È arrivata la prima vittoria del 2019, con grave ritardo e un certo patimento, meritata e sbloccata mentalmente nel secondo tempo, grazie al movimento e all’ispirazione di Lautaro Martinez. È un successo molto importante, perché le inseguitrici si sono rifatte sotto, mettendo in discussione la permanenza dell’Inter tra le prime quattro e Spalletti sulla panchina dell’Inter. 
Particolarmente significativo il fatto che sia arrivato su un campo tradizionalmente difficile in cui è stato vinto anche uno scudetto sotto la pioggia grazie a Ibrahimovic, ma in cui l’Inter nella storia ha perso troppo spesso, addirittura quattro delle ultime cinque partite giocate al Tardini (ultima vittoria grazie a Guarin e Rolando).
Se sia una svolta o meno lo sapremo presto, già col Rapid Vienna e la Samp in casa.
Il primo tempo dell'Inter funziona nella convinzione che però fa rima con convenzione dello sterile possesso palla.

La squadra è più veloce e recupera più palloni ma in un paio di casi ha anche delle paurose amnesie difensive, all'inizio su Kucka, libero di battere di testa, poi Gervinho autore della più clamorosa palla gol con una traversa piena, grazie a una marcatura soft di Vecino, infine Inglese bravo a girarsi tirando a rete con la palla uscita di poco. 

L'Inter ha un paio di occasioni più qualche pericolo che crea alla porta del Parma ma ogni sua azione corre sul filo della prevedibilità.

La scelta di Spalletti è quella di avere una squadra non troppo sbilanciata, rinforzata a centrocampo dall'innesto di Joao Mario, preferito a Candreva ma contemporaneamente priva di spunti ed intuizioni, con cross insignificanti o fuori misura, imprendibili per l'isolatissimo Icardi.

È un tipo di partita che nonostante il leggero progresso nella volontà sembra mostrare apertamente i limiti tecnici di diversi giocatori. D'Ambrosio, Vecino, Asamoah su tutti con appoggi sbagliati dribbling non riusciti e interventi inappropriati.
Si teme il peggio nel secondo tempo, non si quale Inter uscirà dagli spogliatoi ma non c’è ragione di essere ottimisti e invece la squadra torna in campo con la faccia cattiva e il piglio autoritario. Corre, pressa ed è più rapida negli scambi, con Perisic che non si defila ed anzi detta il passaggio, Nainggolan gioca il pallone finalmente con lucidità, Skriniar e De Vrij alzano la linea della difesa e vanno a togliere ossigeno ai parmensi. 
I padroni di casa restano sorpresi tutta la ripresa, accerchiati e secondi sui palloni, trafitti da un gol di D’Ambrosio cancellato dal Var per un tocco di braccio, con il dubbio che questo fosse arrivato dopo la spizzata di testa. 
A seguire altre occasioni clamorose, con pali, parate di Sepe e un salvataggio sulla linea. 
A un quarto d’ora dal termine entra Lautaro Martinez e semina il panico nell’area gialloblu.
È determinato e sa quello che deve fare, al punto da capire dove correre quando Nainggolan verticalizza e lui riesce a resistere alla marcatura trovando la battuta a rete.
Si tratta di un gol importantissimo che al triplice fischio garantisce che il calcio a volte sa essere giusto. Avviene anche il non trascurabile fatto di mantenere alta l’attenzione e non concedere quasi niente alla reazione del Parma, al contrario andando vicina al raddoppio con Brozovic, Vecino e Icardi. 
Di questa vittoria resta un insieme di cose, portate come un peso per troppe settimane e che stanno effettivamente zavorrando Mauro Icardi, al suo record negativo di partite senza gol da quando gioca in serie A (ultima marcatura con la Roma). Il problema si chiama Wanda Nara e la sua disinvolta modalità comportamentale che ogni settimana alza i decibel del pettegolezzo in televisione, sul contratto di Icardi e le questioni personali di altri giocatori (Perisic).
Non ha freni e sta condizionando fortemente le prestazioni di un giocatore determinante.
La presenza assenza del capitano è un peso che deve autorizzare Spalletti a mettere in discussione la sua titolarità perché non sembra una questione di forma fisica.
Il tecnico è salvo e ha la possibilità di lavorare con una maggiore serenità ma restano le parole su Icardi: “Io non gli ho creato nessun problema... Le cose vanno chiarite, perché poi quando si lasciano le cose a metà si lasciano aperte alle interpretazioni. Qualche discorso di troppo si è fatto, ora è tempo di parlare di queste cose che ci siamo tirati indietro per mesi".
Un’altra buona notizia viene dal ritorno a disposizione di Politano e Keita, con il secondo che andrà distillato per non correre rischi.
Sarà interessante capire quale squadra scenderà in campo in Europa League, per comprendere se c’è la vera intenzione di vincere l’Europa League o solo di “far bene”.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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