Finalmente si torna in campo. Questa settimana, lo dico sinceramente, è stata fin troppo lunga. Riposare e ricaricare le batterie serve sempre, ma forse qualche giocatore, dopo la figuraccia capitolina, avrebbe preferito tornare subito in campo per riscattarsi. Nulla da fare, nessun impegno infrasettimanale che lavasse l’onta del poker patito all’Olimpico. Ma il momento è arrivato, e poco importa se di fronte ci sia ‘solo’ il Novara e non una big per poter fare la voce grossa. I piemontesi rappresentano oggi un ostacolo che va al di là della loro qualità e posizione in classifica.

L’Inter deve rialzarsi, cercando di superare le proprie paure oltre che un avversario che lotta tra la sopravvivenza e la retrocessione. Inoltre, ritengo che qualcuno non abbia ancora dimenticato l’1-3 del Piola 19 giornate fa, sconfitta costata a Moratti un travaso di bile in pubblica piazza e a Gasperini il posto di lavoro. Un Gasp che, nelle ultime ore, è tornato a fare chiarezza sulla propria esperienza nerazzurra, rivelando retroscena che confermano un parere comune: in società, causa necessità finanziarie, regna un qual certo disordine tecnico. Al quale Ranieri sta cercando di rimediare ormai da mesi.

Oggi non c’è risultato accettabile oltre la vittoria. Tre punti per tornare a mirare al terzo posto, tre punti per interrompere la striscia di 4 match senza successo, con tanti, troppi gol al passivo (11, ndr). Al di là dei buoni propositi, notizie positive ce ne sono, alla voce recuperi: tornano in lista convocazioni, abili e arruolabili, Stankovic, Sneijder, Chivu, Alvarez e Forlan. Detto che il rientro di Stankovic è sangue fresco, per dirla alla Mourinho, per la mediana nerazzurra, personalmente applaudo il ritorno di Diego Forlan, giocatore ancora mai visto dal pubblico interista, che però ha tutto per poterlo conquistare da qui alla fine del campionato, muscolatura permettendo.

Il Cacha smania dalla voglia di giocare, di dare il proprio contributo alla causa e di rappresentare una valida alternativa all’assodato e ultra-abusato duo Milito-Pazzini. Ranieri stesso può gioire, perché tatticamente Forlan è il giocatore di cui nessun allenatore farebbe a meno, un all around in grado di arretrare fino al centrocampo e di farsi trovare pronto nell’area avversaria pochi secondi dopo. Quel giocatore di movimento che serve tremendamente a un attacco a volte troppo statico. Il cacio sui maccheroni, per usare una metafora: perfetto per le necessità del mister. 

Ultimo pensiero al diretto avversario in panchina: Emiliano Mondonico. Non giocasse contro di noi gli augurerei di vincere (inizi una splendida striscia da domenica prossima), ma il Mondo non ha bisogno di dimostrare nulla. Che sia un vincente, lo ha già illustrato a tutti. Il tecnico è un campione del mondo nella vita, altro che in un giochetto come il calcio…

 

P.S. - Mi duole dirlo, ma la vittoria del Milan contro l'Udinese gioca a nostro favore. C siamo ridotti a gioire per una vittoria rossonera che ci avvicina al terzo posto, obiettivo minimo. La crisi si sente...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 febbraio 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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