Nel momento più delicato della stagione, proprio quando l'incombere dei nazgul pareva imminente, Luciano Spalletti estrae dal cilindro un paio di mosse che sovvertono le sorti dl destino preconizzato dai più e ribalta la situazione psicologica e fisica dei suoi ragazzi. Contro il Napoli, nel match più temuto e – per troppi – quello della definitiva discesa negli Inferi, in campo si presentano Brozovic e Gagliardini. Prestazione buonissima e rieccoli ancora dentro a Genova: altra lode. Il dato non può passare inosservato, perché troppo lampante: da dimenticati e avviliti a protagonisti e imperiosi. Il croato e l'italiano hanno preso in mano la mediana, tagliato e cucito il gioco, saltato addosso agli avversari e ribaltato il fronte d'azione con coraggio e qualità. Una rivelazione.

Si spiega anche così la rinascita dell'Inter, iniziata in sordina con i golletti di Skriniar e Ranocchia al Benevento e proseguita fino alla manita del Ferraris. E se la difesa ha continuato a fornire le performance di alto livello come ci ha abituato fin da inizio stagione e se l'attacco, d'un tratto, è tornato a brillare (non solo per Icardi), la nota lietissima è senz'altro il risveglio del 77 e del 5.

Contro la squadra di Sarri, i due erano stati apprezzati soprattutto per aver tenuto testa al temutissimo avversario. Ma contro i sampdoriani sono andati oltre ogni più rosea aspettativa: giocate di prima, interdizioni chirurgiche, lanci, uno-due, predisposizione all'inserimento, concentrazione alta fino al 90'. Insomma, un corollario di scelte azzeccate che ha lasciato letteralmente di stucco. È come se si fossero convinti anche loro – finalmente – dell'enorme potenziale a disposizione e l'avessero sprigionato con energia. Brozo non è nuovo in quel ruolo, visto che nella Croazia gioca stabilmente nei due davanti la difesa; Gaglia è tornato quello strepitoso dell'Atalanta prima e dell'Inter poi (prima del calo finale). Se a ciò aggiungiamo un Rafinha non soltanto con più fiato, ma anche maggiormente integrato negli schemi e sempre più a suo agio nella nostra Serie A, ecco servito il cocktail indigesto deglutito dagli avversari.

Le deludenti prestazioni degli ultimi mesi, ovviamente, non possono essere cancellate in così poco tempo. Ma, evidentemente, sbagliava chi insisteva nel ricercare le ragioni del calo nella voglia, nella grinta e nella cattiveria. Più che altro, sta emergendo che il problema era soprattutto tattico o, al limite, fisico.

Brozovic, in particolare, aveva raccolto il poco invidiabile testimone di capro espiatorio da Ranocchia e Joao Mario, diventando il bersaglio preferito dei soliti noti. Spalletti fa spallucce, va avanti per la sua strada e, forse, trova l'incastro migliore per far rendere al meglio i suoi due centrocampisti e, di conseguenza, la sua Inter. In estate poi si tireranno le somme, ma intanto c'è una Champions da conquistare.

Il 77 e il 5 hanno risposto presente nel momento più duro. I professionisti del "ma" e del "però" prendano fiato e aspettino il prossimo giro.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 marzo 2018 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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