Il massimo risultato, col minimo sforzo. Certo, anche con qualche brivido di troppo, ma tant’è: non c’è niente di meglio che arrivare ad una partita con la consapevolezza di avercela già fatta. Grazie Lille, l’avversaria che abbiamo battuto due volte su due, che è riuscito a espugnare il Luzhniki di Mosca regalando di fatto la qualificazione all’Inter. E onore anche al Trabzonspor, che se non altro in questa propria avventura in Champions League potrà dire di essere uscita imbattuta al cospetto dei campioni del Mondo. Ma all’Inter di Ranieri alla fine serviva un punto per mettere in ghiaccio il primo posto nel girone con le conseguenti ‘polizze assicurative’ in tema di avversaria agli ottavi di finale (ma chi l’ha detto poi, l’ultima volta avvenne nel 2007-2008 e poi sappiamo tutti com’è finita col Liverpool) e un punto è arrivato, in una trasferta calda dal punto di vista ambientale contro un avversario coriaceo e spigoloso, anche se tecnicamente non irresistibile.

Al di là delle criticità puramente tecniche, come possono essere quelle che riguardano il centrocampo andato talvolta in difficoltà di fronte alle avanzate avversarie, un Nagatomo in penombra (ma anche Chivu ha sofferto un po’) o le difficoltà di Zarate a trovare la porta (però quanta corsa), le note positive ci sono eccome. Rimane ad esempio di aver visto il primo gol in nerazzurro di Ricky Alvarez, che nel primo tempo ha letteralmente trascinato la squadra trovando anche il suo primo gol in nerazzurro, grazie alla geniale sponda di Diego Milito, per poi sacrificarsi a sostegno della squadra nella ripresa, anche andando a corto di energie. Ma va bene, Ricky sta ritrovando i suoi numeri e sta probabilmente convincendo a poco a poco anche i detrattori della prima ora, così come Coutinho che nel suo cameo fa capire che la gran prova col Cagliari non era stata frutto del caso. E poi una coppia di centrali difensivi che tiene ancora botta, a prescindere dal ‘buchino’ di Lucio che ha portato al palo di Mierzejweski, l’ultimo vero brivido del match.

Insomma, abbiamo sofferto, ma il nostro l’abbiamo detto, anche nel catino rovente di Trebisonda di fronte ad una muraglia di tifosi vocianti, un ambiente difficile per chiunque e dove infatti nessuno ha mai vinto sin qui in Europa. Il primo posto è arrivato, viva il primo posto e viva gli ottavi di finale, in barba a chi dopo l’esordio amaro prefigurava chissà quali apocalissi, e invece dovrà stare ancora un po’ a guardarci in poltrona. Adesso, la strada è sgombra, ma soprattutto le menti sono sgombre: ci sono tutte le prerogative per poter riprendere un cammino importante anche in campionato, con la Champions a fare da trampolino di lancio. Insomma, si può viaggiare più a cuor leggero, senza patemi d’animo. Un motivetto andante con brio, in attesa delle carole natalizie.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 novembre 2011 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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