Il 15 giugno è finalmente arrivato. L’Italia fa il suo esordio in questi minuti al Mondiale, ma in casa Inter tanta attesa era più che altro rivolta a chi il volo lo sta prendendo dal Brasile verso casa, e non il contrario: ovvero Andrea Ranocchia. Già, perché i lavori per la prossima stagione sono in corso, quasi in altomare. Il periodo è di quelli di attesa, snervante per chi aspetta di vedere le prime mosse dell’Inter 2014/1015, dopo quelle in uscita degli eroi del Triplete

E se i tifosi attendono i vari M’Vila, Chicharito, Abel Hernandez & co., il club di Corso Vittorio Emanuele solo una semplice risposta dal numero 23. Il primo punto nella lista delle cose da fare per la dirigenza è infatti quella di risolvere il “nodo” capitano. Non basta evidentemente un’investitura, forse tardiva, da parte di Ausilio e compagni per la firma del difensore. Il triennale è sul tavolo, ma ogni discorso concreto partirà solo la prossima settimana, a mente sgombra, come da accordi con il giocatore. Perché la precedenza la aveva la nazionale, senza troppi pensieri. 

I pensieri, quasi timori, li inizia ad avere invece l’Inter. “Finchè non c’è la firma - come si dice - tutto resta in bilico". La prima certezza dell’Inter del futuro potrebbe tramutarsi così nel più grande dubbio: a chi affidare la fascia di capitan Zanetti? L’ottimismo non manca, ma come dare torto al centrale su qualche riflessione extra prima di dire nuovamente sì al nerazzurro, per un triennale, forse il più importante della carriera. 

"A gennaio ero morto, negli ultimi due mesi e mezzo sono resuscitato” le sue parole. La fotografia perfetta della sua stagione da montagne russe, l'ennesima. Una cessione possibile, anzi fatta, poi la retromarcia e il rientro da leader (storia già vista). Con Mazzarri che la fiducia l'ha fatta sudare, senza essere generosi, all’ex Bari. L’ennesima sessione di mercato dove, da perno della compagine nerazzurra, Ranocchia si trova in mezzo a voci che lo vogliono prima al Milan, poi in Russia, Premier, Turchia e ora a Monaco di Baviera. Resta piuttosto fissa la più quotata Torino, dove in sponda bianconera allena il primo ammiratore del giocatore, quell’Antonio Conte che lo ha lanciato a Bari, trampolino di una carriera in ascesa. E che ora lo riaccoglierebbe più che volentieri (scenario a dir poco da incubo per Inter e interisti). 

Non di certo il trattamento ideale verso chi, da un giorno all’altro, passa a essere da scarto a capitano designato non solo del nuovo progetto, ma del nuovo “corso” targato Erick Thohir. Una fiducia societaria che Ranocchia si è guadagnato meritatamente sul campo e a parole, in ogni occasione da vero nerazzurro. Quella fiducia invece l’Inter, in questi tre anni, non ha sempre dimostrato di averla in concreto. Ed è proprio per questo che ora la situazione è così in bilico. 

Giusto quindi riflettere. Con la certezza che a breve arriverà la risposta. Dentro o fuori. Se matrimonio sarà, tutti contenti come, e forse più di prima. L’interista attende i colpi, l’Inter invece un sì da Ranocchia. Con la sensazione che se così non fosse, si partirebbe con un solo grande ripianto...
 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 giugno 2014 alle 00:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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