Tendenzialmente ho la massima stima nei confronti della categoria a cui appartengo, quella dei giornalisti. Per quanto più di una volta mi capiti di constatare tanta approssimazione in varie situazioni che andrebbero interpretate diversamente o con maggiore professionalità. Non voglio andare a rivangare casi specifici accaduti in tempi non sospetti, non ce n'è bisogno. Però quanto accaduto nelle ultime ore riguardo la presenza a Milano di Diego Pablo Simeone merita una valutazione.

Complimenti innanzitutto a chi ha avuto la fortuna e bravura nell'intercettarlo, facendosi anche dare una risposta giornalisticamente molto affascinante ed enigmatica. Un 'Non si sa mai' a volte vale più di una replica più netta. E a domanda diretta sul fatto che il suo viaggio milanese avesse a che fare con l'Inter, il Cholo ha risposto proprio così. Possibile che abbia semplicemente voluto mantenere un velo di mistero, oppure abbia giocato sulle voci incontrollate che lo vogliono prossimo alla panchina nerazzurra da luglio 2017. Non sarebbe la prima volta, dopotutto, che l'allenatore dell'Atletico Madrid sottolinea la volontà di guidare l'Inter in un futuro non ancora ben definito. Magari anche queste mezze parole rientrano nella sua astuta strategia di tenere aperta questa porticina. Però da qui a sostenere che Simeone sia sbarcato a Milano per trovare l'accordo con la società nerazzurra ce ne passa.

Non serve andare a scavare troppo a fondo sulla vicenda, basta prendere in considerazione questo momento storico. Solo il giorno prima Stefano Pioli aveva tenuto la sua prima conferenza stampa da tecnico dell'Inter, con un contratto fino al 2018 aperto comunque a una risoluzione alla fine della corrente stagione. Inoltre, il Cholo sta facendo benissimo alla guida dei Colchoneros, in corsa ovviamente per tutti gli obiettivi stagionali. La domanda sorge spontanea: che senso avrebbe, all'inizio di novembre, mettere i puntini sulle 'i' nel discorso legato all'Inter? Secondo: davvero ci sarebbe stato bisogno di andare a Milano per parlare con il management nerazzurro (il telefono di Zanetti è sempre acceso...), esponendosi così pubblicamente agli occhi di chi si trovava di passaggio all'aeroporto? Se fosse vero sarebbe una gravissima caduta di stile da parte di entrambe le parti. Dell'argentino nei confronti del suo attuale club; dell'Inter nei riguardi di Pioli.

No, fatico davvero a pensare che, nonostante i gravi errori commessi negli ultimi mesi, all'Inter abbiano avuto il coraggio di convocare Simeone per parlare di contratti e accordi per la prossima stagione. E con questo non pongo un muro all'ingaggio del Cholo, sono consapevole che presto o tardi sulla panchina nerazzurra sederà lui. Magari già nel 2017, sempre che il serio e pragmatico Pioli non sorprenda tutti restituendo alla squadra la dignità smarrita. E francamente mi auguro ci riesca e si guadagni la conferma, con buona pace di chi si candida già a rimpiazzarlo. Poi, è chiaro, nella vita 'non si sa mai', è una legge a cui tutti dobbiamo sottostare. Anche Pioli e Simeone. E se l'argentino viene a Milano, magari di passaggio per incontrare il figlio Giovanni che gioca a Genova, cerchiamo di non farci prendere da facili e fuori luogo entusiasmi. L'Inter di tutto ha bisogno fuorché di pensare già alla prossima stagione. Il presente è oggi, e ha il nome di Stefano Pioli. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 12 novembre 2016 alle 00:07
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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