Dalbert è arrivato, Cancelo è a un passo. L'Inter prova a rifarsi le ali, con una coppia di terzini tutta nuova. Due giocatori esterni che possano permettere alla squadra di avere il cambio di passo, le accelerazioni e le qualità tecniche necessarie per tornare grandi, perché nel calcio di oggi non si vince senza due terzini che non siano dei semplici terzini, ma delle vere e proprie ali offensivi arretrate: vedere Marcelo e Carvajal del Real Madrid per credere. 

Il duo portoghese-brasiliano arrivano in nerazzurro con un intento ben preciso: quello di spezzare la maledizione dei terzini. 

Restando ai tempi moderni, la maledizione dell'Inter nel ruolo di terzino ha inizio in una estate ben precisa, quella del 1996. In quei mesi estivi l'Inter, spinta da Roy Hodgson, decide di cedere Roberto Carlos al Real Madrid. "Troppo indisciplinato tatticamente", pensa l'allenatore inglese. Da quel momento cade un vero e proprio malocchio su quel ruolo in casa Inter, rea di non aver colto il divino dono del Dio del pallone, che aveva fatto arrivare a Milano dal Palmeiras uno dei migliori terzini sinistri della storia del calcio. 

Da quell'estate è partita una ricerca spasmodica, spesso caotica, di giocatori in grado di anche solo emulare le gesta che Roberto Carlos intanto faceva vedere al Real Madrid. Come non partire da Gresko, arrivato dall'Inter, il giocatore slovacco più pagato di sempre prima di Skriniar. Dici Gresko e dici 5 maggio, e forse è meglio fermarsi. Venduto Gresko, è la volta di Jeremie Brechet. 5 milioni di euro al Lione all'ultimo giorno di mercato per portarlo in nerazzurro: 15 presenze in un anno e il biglietto di sola andata per la Spagna. Sorte simile per Georgatos, per lui biglietto di andata e ritorno per la Grecia. E ancora poi Mauro Milanese, il brasiliano Gilberto, Silvestre; come non citare Francesco Coco, che si è perso poi tra vari reality show e Giovanni Pasquale, che in questa sessione di mercato è tonato a giocare in Eccellenza. 

Certo, ci sono anche delle note positive. Fabio Grosso, arrivato da campione del mondo e andato via tra l'indifferenza. Non da buttare l'esperienza di Favalli, passato però poi al Milan. Applausi e affetto solo per Maicon, Chivu e Maxwell, bellissimi protagonisti dell'Inter più vincente di sempre, ma non abbastanza da spezzare la maledizione. 

Perché salutati loro, ecco che il malocchio (o cattivo occhio, nel senso di comprendere il valore dei giocatore) è tornato, forse ancora più crudele. E quindi può succedere che l'Inter compri Pereira dal Porto: a San Siro quelli del terzo anello non sono mai tornati a casa con così tanti palloni della Serie A. E poi Dodò, arrivato dalla Roma. Come non dimenticare Telles, arrivato dal Galatasaray e possiamo dire che oggi nessuno ne sente la mancanza. Sempre dalla Turchia è giunto anche Erkin: un buon Europeo con la sua nazionale, costo zero, sarà la sorpresa, molti speravano. Poche settimane e addio, ritorno in Patria. Nei tempi recenti i protagonisti sono stati Nagatomo, ora simbolo forse di questa maledizione e i vari D'Ambrosio e Ansaldi, buoni, in alcuni casi anche ottimi gregari. Troppo poco però per rompere una maledizione che l'Inter subisce da 21 anni e che porta a guardare con scetticismo chiunque provi a giocare in quel ruolo, basti vedere i commenti dopo l'esordio di Dalbert con il Betis.

Adesso saranno ben due i rinforzi nuovi, uno brasiliano in arrivo dalla Francia (come Maicon) e un portoghese dalla Spagna. L'augurio che tutti si fanno è quello che finalmente la morsa del peccato originale di Hodgson possa finalmente mollare la presa e permettere all'Inter di avere due terzini degni di questo nome. Ai posteri, l'ardua sentenza.

 

P.S. - Zanetti è volutamente non citato, in quanto esterno e superiore a qualunque semplice concetto di ruolo in campo.
 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 19 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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