Il mercato di gennaio, finalmente, è giunto alla conclusione. Alle ore 20 di lunedì è arrivato il gong su una finestra utile ai club per rinforzarsi e ritoccare le rose in corsa, ma anche per far calare il sipario sulle fantasie dei giornali, sullo show degli esperti di mercato (ovviamente programmato ad orari precisi e con annessa scaletta), sulle indiscrezioni degli insider sparsi sui social e magari nascosti dietro account fake e senza nome. Dal weekend si tornerà a parlare di campo e di calcio. Finalmente. Ma una riflessione su quanto si è visto e sentito in queste lunghe settimane è doverosa. 

La Juventus è stata etichettata giustamente come ‘Regina del mercato’. È stata la società italiana che ha investito di più e che, almeno sulla carta, si è rinforzata in maniera più concreta rispetto alla prima parte di stagione. Abbastanza scontato partire da Dusan Vlahovic, investimento top non solo per le cifre monstre ufficializzate dal club bianconero (“corrispettivo di € 70,0 milioni, pagabili in tre esercizi, oltre il contributo di solidarietà previsto dal regolamento FIFA e oneri accessori per complessivi € 11,6 milioni. Inoltre sono previsti premi fino ad un massimo di € 10,0 milioni al raggiungimento di crescenti obiettivi sportivi”), ma anche per il tasso tecnico del giocatore e per la giovane età che lo rende un top player soprattutto in prospettiva. A parlare, però, sarà ovviamente il campo. E a quel punto si vedrà se le grosse sparate sentite in questi giorni saranno veritiere o meno: con l’acquisto del bomber serbo si è parlato di nuovo di Juventus da scudetto, in alcuni studi televisivi è stata rispolverata addirittura la parola ‘Champions’. Magari succederà, magari no, ma l’impressione generale è che spesso e volentieri ci si faccia trascinare dagli entusiasmi con troppa facilità. Basta riavvolgere il nastro di qualche mese e vedere come certi giornali parlavano di Dejan Kulusevski (nelle ultime ore volato al Tottenham) appena sbarcato a Torino: il “Colpo dell’anno”, “Il futuro della Juve” che “Vale già 250 milioni”. Fly down: da quel gennaio 2020 al gennaio 2022 ne son cambiate di cose (e di valutazioni). Sarà un caso che anche uno come Denis Zakaria, buon centrocampista di sostanza fino a pochi giorni fa sconosciuto ai più, sia diventato improvvisamente “un mix tra Zidane e Platini” una volta trovato l’accordo con la Vecchia Signora. Ad usare le parole e regalare pesanti paragoni si fa in fretta, mentre al giorno d’oggi appare più complicato limitarsi semplicemente ad analizzare in maniera obiettiva. Forse perché quello non fa parte dello show.


E poi ci sono i confronti, quelli non richiesti e non necessari, offerti alla massa solo per continuare ad accendere delle rivalità che sono già infiammate di loro. “L’Inter risponde alla Juventus con Gosens”, ad esempio, è una frase è che si è letta da una parte all’altra in questi ultimi giorni. Ma rispondere a chi? E perché? Forse il ‘fantastico’ mondo del mercato ha annebbiato la vista di tanti e fatto distogliere lo sguardo dalla realtà. L’Inter è campione d’Italia in carica dopo aver dominato lo scorso in campionato, ha centrato gli ottavi di Champions League e i quarti di Coppa Italia, guida la classifica attuale (anche con una partita in meno) e ad inizio 2022 ha messo in bacheca una Supercoppa italiana. Tra l’altro proprio contro la ‘Regina del mercato’, che dista undici punti in classifica nonostante un match giocato in più. Questo solo per dire che l’Inter, quella del ‘ridimensionamento’ dopo le perdite di Conte, Eriksen, Hakimi e Lukaku, sta ben figurando nonostante le cessioni importanti. Merito del grande lavoro di Simone Inzaghi, ma anche di Piero Ausilio e Beppe Marotta che hanno poi proseguito anche a gennaio. Forse sono altri a dover rispondere.


In Viale della Liberazione hanno semplicemente deciso di puntellare la rosa con innesti precisi e mirati che fanno al caso dell'Inter del presente e del futuro. Robin Gosens è il difensore con più gol in Serie A negli ultimi anni, uno dei migliori esterni sinistri d’Europa che si sposa a meraviglia nel 3-5-2 e che permette alla dirigenza di ‘anticipare’ i problemi che verrebbero generati da un eventuale mancato rinnovo di Ivan Perisic. Felipe Caicedo è un attaccante esperto, arrivato a Milano (e dall’allenatore che l’ha lanciato alla Lazio) con una formula low cost per mettere una toppa visto l’infortunio di Correa e la coperta corta in avanti. André Onana, bloccato a costo zero, arriverà alla fine della stagione per prendere tra i guantoni l’eredità di Handanovic. E in tutto questo non vanno dimenticati gli importanti rinnovi di contratto degli ultimi mesi, preziosi per la garanzia della prosecuzione del progetto tecnico-tattico. L’Inter ha le idee chiare e in questo momento storico non ha bisogno di rivoluzionare la squadra e di spendere soldi tanto per conquistarsi i gratuiti titoli ad hoc dei quotidiani. Onore al mercato degli altri, ma l’Inter non deve rispondere a nessuno.  

Sezione: Editoriale / Data: Mer 02 febbraio 2022 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi
vedi letture
Print