Solo una semplice “operazione simpatia”. Probabilmente, qualcuno, anche nell’inconscio, è arrivato a pensarlo quando ha saputo dell’acquisto da parte dell’Inter di Yuto Nagatomo, arrivato negli ultimi minuti di mercato dal Cesena con un tesseramento reso possibile dalla celerità di un addetto dell’Inter arrivato in scooter nella sede del calciomercato grazie a uno slalom nelle trafficate vie di Milano proprio a pochi istanti dal gong. A quell’uomo sullo scooter, oggi, tutti noi dobbiamo invece dire grazie in coro, perché grazie alla sua gincana ha reso possibile l’arrivo di un giocatore che nello spazio di pochi mesi ha saputo conquistare tutti nell’ambiente interista; e non solo per la sua simpatia e i suoi modi di fare, ma anche e soprattutto per quanto fa vedere in campo.

Altro che “operazione simpatia”: pensiero già sbagliato in partenza, perché forse si dimentica che Nagatomo è uno dei simboli di un calcio, quello giapponese, che sta attraversando un periodo di crescita esponenziale; e ulteriormente smentito nei fatti, perché sin dalla sua prima apparizione in nerazzurro Yuto ha saputo impressionare in positivo tutti. Per la sua incredibile velocità, con la quale puntualmente ara quasi a zero la fascia sinistra; di più, Yuto stupisce per la grinta, la voglia di combattere, di lanciare il contropiede e cercare il contrasto, andando, lui che certo altissimo non è, anche a sfidare sul colpo di testa avversari che al confronto, spesso, sembrano marcantoni. Poco tempo per inserirsi alla perfezione, poco tempo addirittura per trovare il primo gol con l’Inter, con tanto di inchino al senpai Javier Zanetti; pochissimo tempo per diventare l’idolo di tutta una tifoseria, non soltanto nella sua componente nipponica che puntualmente popola San Siro per seguirlo e incitarlo.

L’ultima partita con la Lazio altro non è stata che l’ennesima dimostrazione della bontà del suo arrivo; spinge come un forsennato sin da subito, anche se almeno nei primi minuti lascia qualche buco di troppo favorendo gli inserimenti di Lichtsteiner che però alla fine esce demolito dal confronto diretto. Corre, Yuto, corre scappando via agli avversari con guizzi fulminei; e non si tira mai indietro quando c’è da lottare (“non ha paura del sangue”, riprendendo quanto scritto prima del match). E se solo Eto’o avesse servito il pallone meno profondo su quel contropiede al 90esimo o giù di lì, forse saremmo qui a commentare la sua seconda rete nerazzurra.

Una gara ottima, che alla fine gli è valsa i complimenti generali; non solo di Leonardo, ma anche dei compagni e dello stesso presidente Moratti. E lui, come ha reagito? Sorridendo, come sempre, e lasciandosi andare ad una battuta nel suo italiano ancora non perfetto ma davvero simpatico: “Continua così, continua così”. Giusto, Yuto, continua così: continua a essere così, con quella simpatia contagiosa che ha conquistato anche i tuoi compagni oltre ai tifosi, che ti sono sempre stati vicini anche nei giorni drammatici del cataclisma che ha sconvolto il tuo Paese; e continua a giocare così, a dare tutto sul campo, perché non solo è impossibile non volerti bene, ma anche perché ormai l’Inter e gli interisti ti hanno nel cuore e vogliono che tu sia parte integrante dei successi futuri. Ridi, Yuto, ridi…
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Dom 24 aprile 2011 alle 14:45
Autore: Christian Liotta
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