"Una società dovrebbe ponderare bene prima di scegliere il capitano. Secondo me non dovrebbe essere legato alle presenze. Deve essere un leader riconosciuto e apprezzato nello spogliatoio e anche avere la personalità giusta per essere ascoltato in campo dall’arbitro. In questo senso il portiere non è agevolato essendo fisicamente il più delle volte lontano dall’azione e dunque non nelle condizioni di chiedere tempestivamente una spiegazione al direttore di gara. Ecco: se un club, un allenatore potesse scegliere fra il portiere e un altro di personalità, a parità di condizioni etiche sceglierei il giocatore di movimento". A dirlo alla Gazzetta dello Sport è Dino Zoff, uno che di fascia di capitano se ne intende eccome.

Cioè il capitano della Nazionale campione del Mondo 1982 non avrebbe voluto esserlo?!
"Non dico questo. Però è vero che parlo contro... me stesso. Ma do una importanza tale al ruolo del capitano che metto in secondo piano tutto il resto. Perché lo sport e il calcio è rispetto delle regole e un buon capitano è capace di migliorare i comportamenti anche dei compagni. Non ho mai sopportato quei capannelli di giocatori sempre attorno all’arbitro per discutere anche un fallo laterale. Ci sono delle regole di comportamento, cui tutti si dovrebbero attenere".

Dunque non è d’accordo con Handanovic capitano dell’Inter?
"Non ho detto questo. Io parlo in generale, non mi permetto di discutere la persona o la scelta del club. L’importante è ponderarle bene. Perché poi stiamo vedendo le difficoltà che possono nascere a cambiare in corsa".

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Sezione: Rassegna / Data: Dom 17 febbraio 2019 alle 09:54 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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