Ottant'anni da Trap. Cade domenica il compleanno, con cifra tonda, dell'allenatore dello Scudetto dei record nerazzurro nel 1989. L'intervista di oggi con La Repubblica parte dalla stracittadina di domenica. "Il derby è imprevedibile e non ha mai favoriti. Stavolta è vero ancora di più: divise da un punto, stessa differenza reti. Rispetto all’andata, il Milan è più solido mentre l’Inter potrebbe essere condizionata dal caso Icardi, ma anche dallo sforzo e dal risultato dell’Europa League. Io difensivista? Credo sia una domanda da fare a quei giornalisti che continuano a catalogarmi così. Uno stereotipo trito e ritrito e per di più molto superficiale. Come allenatore ho sempre cercato l’equilibrio con la E maiuscola e il gioco che si adattasse meglio agli uomini che avevo a disposizione. Juve, Inter, Bayern, Salisburgo, sono squadre in cui sono riuscito a concludere il campionato con il miglior attacco e la miglior difesa. Ho prediletto un gioco concreto, orientato al risultato, privo di fronzoli non necessari".

Viaggiando nei ricordi, Trapattoni definisce l'esperienza in nerazzurro "una inarrestabile emozione, la squadra con cui cimentarmi per capire se i miei successi fossero legati soltanto alla Juve. Facendo un paragone con la vita, il Milan è stato l’adolescenza, la Juve il matrimonio, l’Inter il cambiamento della mezza età

VIDEO - INTER CAMPIONE DA RECORD: LA SPLENDIDA CAVALCATA DELL'88/'89

Sezione: Rassegna / Data: Ven 15 marzo 2019 alle 10:59
Autore: Mattia Todisco
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