Inter in fuga come nel 2015-16 con Mancini e Juve a inseguire. Lo ricorda la Gazzetta dello Sport: "Nel 2015-16, dopo 5 giornate, l’Inter di Mancini era al comando a punteggio pieno, con un solo gol subito. Esattamente come oggi Conte - si legge -. Seconda la Fiorentina, terzo il Sassuolo, poi a pari punti Chievo, Toro e Samp. La Gazzetta giocò a pesare quella classifica alla luce dell’«indice di pericolosità» Sics, calibrato da Maurizio Viscidi, coordinatore delle giovanili azzurre, e Antonio Gagliardi, match analyst della Nazionale. Un indice, in breve, che stabilisce quanto crea una squadra e quanto concede, attribuendo un coefficiente a ogni situazione di pericolo. Esempio, 10 punti a un tiro da 3 metri, di meno a uno da lontano, e poi punizioni, corner... L’indice di pericolosità ci consentì di affermare: «La Juve ora è a 10 punti dall’Inter, ma è la squadra che crea di più e concede meno: risalirà». Alla fine del campionato infatti la classifica reale rispecchiò perfettamente la proiezione dell’indice di pericolosità: Juve, Napoli, Roma, Inter. Ripetiamo il giochino e scopriamo dati interessanti. Il miglior indice di pericolosità ce l’ha l’Atalanta (75,2), l’Inter è solo 7a (49,3), la Juve 8a (45,7). Ma Gasp in questo avvio ha concesso molto, perciò, nella combinata occasioni create-occasioni concesse, comanda un sorprendente Bologna, davanti a Lazio, Atalanta, Napoli, Inter e Juve. Non significa che l’Inter debba crollare come nel 2015-2016. Ma, come allora, non potrà pretendere che Handanovic sia il migliore in campo per 38 partite, né che gli avversari sbaglino 4 palle gol a partita come la Lazio. E dovrà migliorare il suo indice di pericolosità: creare di più e con più qualità. Con la Lazio si è vista l’importanza di Sensi. Entrato lui, l’Inter si è fatta pericolosa e si è difesa meglio. Sembra un paradosso: fuori il più fisico Vecino, dentro il piccolo Sensi e si difende meglio. Certo, perché la migliore difesa è il possesso e se la palla esce pulita, gli avversari non la recuperano alta e fanno meno male. Ma, a parte Sensi e Brozo, Conte ha poca qualità in costruzione. La sfida è questa: compensare l’inferiorità tecnica in mediana, in attesa di un regalo invernale (Milinkovic?). Ma Conte è tecnico che sa far crescere in fretta, singoli e squadra. Guardate come si è impennato il rendimento di Barella o ripensate alla sua prima Juve che nel 2011-12, alla 5a giornata, pareggiò in rimonta a Catania, con Krasic e il 4-3-3. A fine torneo era tutta un’altra Juve (3-5-2), più convinta, più feroce e vinse segnando il minor numero di gol (68) nel ciclo degli 8 scudetti. Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini facevano bastare il poco. Come oggi Handa, Godin, De Vrij, Skriniar. Conte, come in tutte le squadre che ha preso in mano, ha già infuso uno spirito vincente e valori etici (sacrificio, solidarietà) che in una logorante corsa a tappe fanno la differenza".

VIDEO - TOLDO INCORONA HANDANOVIC: "AVREBBE MERITATO LA FASCIA PRIMA"

Sezione: Rassegna / Data: Ven 27 settembre 2019 alle 09:31 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print