E' dalla parte di Mario Balotelli l'editoriale odierno sulla Gazzetta dello Sport di Luigi Garlando, che ripercorre i due episodi paralleli di Cassano e SuperMario, distinguendo le differenze di comportamenti: "FantAntonio non è andato a Canossa. Non ce n'era bisogno, giurano alla Samp. Non ha mai mancato di rispetto a Delneri. Si è ritrovato fuori squadra in un periodo di scarsa condizione, causata da allenamenti non furibondi. Il tecnico ha fatto altre scelte, che hanno pagato. Cassano si è rimboccato le maniche per rientrare. Nuovo spirito in allenamento e in campo. Mario, genio spinoso, ha già regalato a José Mourinho goal scudetto e tirato fuori l'Inter da brutte paludi con giocate proibite ai mediani. E' finito fuori squadra, ma lui sì, deve andare a Canossa. Mou pretende le scuse. Per certe frasi minacciose, pare. Seguite però a violente strigliate del tecnico, anche fisiche: Balotelli ci avrebbe rimesso una catenina. Pure Mou, che ha più di 19 anni, è andato oltre. Per questo l'orgoglioso Balotelli fatica a digerire l’idea di scuse univoche, che servirebbero allo Speciale per mantenere credibilità. Ma è credibile che l'onnipotente Mourinho, l'eroe di Stamford Bridge, abbia bisogno dell'umiliazione pubblica di un ragazzino per conservare carisma davanti a Zanetti? Balotelli ha sbagliato spesso e deve cambiare copione per fare il professionista a questi livelli. Certo. Ma se Mario (come Cassano) ha imparato la lezione e si rimbocca le maniche alla Pinetina, dimostrando massimo rispetto per i compagni, evitando magari di indossare maglie del Milan, non basta? Davvero c'è bisogno di una Canossa? Se non si inginocchia, non gioca più. Ma a intestardirsi non si rischia di esporre il ragazzo alla gogna? Moratti deve intervenire, per il bene della casa e di un ragazzo più fragile di quel che sembra...".

Sezione: News / Data: Mar 23 marzo 2010 alle 16:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews
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