Di seguito il testo dell'analisi di Mario Sconcerti, apparsa su Corriere.it:

Questa è una grande vittoria, nemmeno il vecchio cuore masochista dell'Inter può riuscire a negarlo. L'Inter è campione del mondo. E viva quei tifosi che possono festeggiarlo. Che abbia battuto il Mazembe piuttosto che una squadra di Porto Alegre ha davvero poco significato. La strada non sta nell'ultimo chilometro. Quello di solito non si vede nemmeno. Si ha però bene in testa cosa c'è oltre il traguardo e la grande fatica che si è fatta per arrivare fin lì. Il Mazembe è entrato oggi in una storia che c'era già e non era la sua. Questa è la storia dell'Inter. Se l'è costruita Moratti partendo da molto lontano, l'ha pagata quanto il calcio di oggi non potrebbe nemmeno più, l'ha compiuta con una precisione esatta, come se le imprese a volte avessero davvero un'etica. Tanti segnali fanno pensare che questo successo compia un'epoca e la chiuda. Ma questo non toglie niente alla vittoria.

LO SFOGO - Toglie invece abbastanza l'improvviso sfogo di Benitez che sbaglia parole e palcoscenico per mandare all'Inter un messaggio che stava evidentemente togliendogli il respiro. Che non ci fosse mai stato equilibrio nel rapporto fra lui e Moratti è sempre stato chiaro. Che la situazione fosse precipitata al punto da far diventare un melodramma la notte della festa, era invece del tutto imprevedibile. Le parole sono chiare, non possono esserci fraintendimenti. Benitez vuole il rispetto che pensa di non aver avuto fino a oggi e vuole quei giocatori che quel rispetto rappresentano. Non gli è stato preso nessuno in contrapposizione ai mercati ricchi di Milan, Roma e Juventus. Credo che a Moratti Benitez non sia mai piaciuto. Mostrava tutto fuorché il piacere di esibirlo. Ma l'errore è di molti mesi fa, questo Mondiale avrebbe semmai dovuto definitivamente risolverlo. Aspettare invece il primo giorno di luce per rivendicare diritti è un po' vigliacco e certamente sbagliato.

ULTIMATUM - Benitez dà a Moratti un ultimatum che Moratti non ha mai dato a Benitez allenatore. Un gesto quasi volgare. Il paradosso è che ogni grande vittoria l'Inter perde il suo tecnico. È successo a Madrid con Mourinho, sta succedendo adesso ad Abu Dhabi. Forse su questo Moratti dovrebbe davvero riflettere, ma pensi anche che chi sbaglia così vistosamente il momento delle proteste, l'errore se lo porta ormai dentro. Non so cosa significasse Capello al fianco di Moratti nello stadio di Abu Dhabi. Certo faceva effetto vederli accanto, sembrava chiudere il cerchio di mille ipotesi. Non è escluso che Benitez sia stato colto dalla crisi di nervi proprio per gelosia. Tutto sembrava fuorché casuale quella collocazione in tribuna. Ma la sensazione più netta è che Benitez si sia voluto mettere fuori da solo e anche con grande fretta. In fondo alla prima ora utile dopo il suo ingaggio. Credo per questo meriti un grazie e un addio.

Sezione: News / Data: Dom 19 dicembre 2010 alle 20:27 / Fonte: Corriere.it:
Autore: Redazione FcInterNews
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