Il Corriere della Sera dà oggi voce ai tifosi degli Inter Club, costretti dalla pandemia a guardare le partite da casa e non allo stadio. "Siamo come sospesi - racconta Luca Cipriani presidente dell’Inter club Milano Interista Giacinto Facchetti - Ci sembrava non dovesse accadere mai nella vita di non poter seguire la nostra squadra del cuore. Ci sentiamo smarriti. Domenica scorsa, per esempio, la partita con la Juve. Quasi surreale. Da soli in casa davanti alla tv. Aiutano i social. Le chat di gruppo, i messaggini, le telefonate. Ma non è la stessa cosa. Inter Milano? Sarebbe un errore. Niente in contrario alle iniziative per dare lustro al brand ma la società su queste scelte, come sulla maglie, dovrebbe coinvolgere di più i tifosi come fanno in Inghilterra".

Parola anche a Maria Luisa Amati, leader dell’Inter club Istituto nazionale dei tumori: "Ci manca non esporre lo striscione - dice -. Ci manca lo stare insieme. Ci manca l’atmosfera che solo lo stadio ti può regalare. La situazione è problematica... Prima della pandemia non c’era solo lo stadio per vedere la partita in compagnia. Per chi del nostro club non poteva andare a San Siro, l’alternativa era il maxi schermo del’aula magna dell’istituto. Il possibile nuovo nome? Va bene il rinnovamento. Ma non dimentichiamoci la storia. Ci chiamiamo Internazionale perché siamo i fratelli del mondo".

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Sezione: News / Data: Mar 19 gennaio 2021 alle 17:32
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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