Parole di Dejan Stankovic alla vigilia dell'inizio della sua nona stagione con la maglia nerazzurra.
Inter.it propone la versione integrale di quanto dichiarato dal centrocampista serbo (l'altro ieri 100^ presenze con la propria nazionale) nell'intervista realizzata in esclusiva da Andrea Paventi per Sky.
Stankovic: ti chiediamo per prima cosa come stai, considerato che l'altra sera hai lasciato il campo prematuramente nella partita con la tua nazionale a causa di un colpo in testa...
"Dopo un quarto d'ora ho ricevuto un colpo, ho continuato a giocare e, negli ultimi dieci minuti del primi tempo, ho cominciato a sentirmi male. Mi girava la testa e perdevo le distanze. All'intervallo ho parlato con il dottore e lui mi ha suggerito che sarebbe stato meglio andare a fare una visita: sono stato due ore in ospedale e tutti gli esami sono risultati negativi. Solo allora sono ritornato alla stadio e ho fatto la doccia".
Quindi sei a disposizione di Gian Piero Gasperini per la gara contro il Palermo?
"Si. Mi sono allenato regolarmente ieri e oggi. Sono a disposizione al cento per cento".
Un bel traguardo le 100 presenze con la nazionale serba, la 101^ contro l'Italia vi darà la qualificazione ai campionati europei?
"Prima parlo delle 100 presenze. Disputare cento partite con la nazionale è una cosa che mi riempie di orgoglio, è anche una conferma perchè, disputare cento gare per il proprio paese, significa che riesci a essere ad alto livello per tanti anni. Io continuo ad andare avanti con l'aiuto dei miei compagni, dello staff e di tutta la dirigenza della Federcalcio serba. Quest'anno siamo partiti con un grandissimo svantaggio in queste qualificazioni, sono successe cose incredibili dentro e fuori dal campo. Finalmente siamo tornati sulla buona strada: ci aspetta la partita contro l'Italia a Belgrado, con il Maracana pieno. A distanza di un anno fa, con tutto quello che sapete che è successo, per noi è una partita importantissima, la gara nella quale possiamo guadagnare il secondo posto e la possibilità di disputare gli spareggi. È una partita fondamentale per noi, forse la più importante degli ultimi due-tre anni".
Con l'Inter sei alla nona stagione e hai vinto tutto quello che si poteva vincere, ti resta qualcosa da mettere in bacheca?
"Resta sempre la fame per un altro trofeo. L'anno scorso ci è rimasto un po' l'amaro in bocca, questa stagione abbiamo la possibilità di rimediare. Abbiamo una bella squadra, stiamo lavorando bene, si vedrà. Il campionato è lunghissimo, non si può dire nulla. Ci sono tante squadre oltre all'Inter e al Milan. Ci sono la Juventus, il Napoli, la Roma... Sarà un campionato grandissimo ed equilibratissimo".
Negli scorsi anni si diceva che dipendeva sempre dall'Inter il risultato finale del campionato: possiamo dirlo anche in questa stagione o il Milan campione d'Italia parte davanti a tutti?
"Di certo hanno un po' di vantaggio coloro che hanno vinto l'anno scorso. Ma non significa nulla, è sempre più difficile confermarsi. Noi siamo stati bravi a farlo negli ultimi anni, sembrava facile ma siamo stati bravi a vincere tutti i campionati di fila, con un margine anche importante nei primi due anni. È sempre difficile ripetersi".
Che cosa ti ha colpito di Gian Piero Gasperini? Che cosa può dare a questo ambiente?
"È tutto diverso con ogni allenatore. Ogni tecnico con il quale ho avuto la fortuna di lavorare aveva la propria carta d'identità. Anche Gasperini, come tutti, cura i dettagli e i minimi particolari. Ha portato il nuovo modulo che dà tanti vantaggi, anche se dobbiamo ancora sistemare qualcosina. Ci si deve sacrificare un pochino di più, ma pian piano, dopo due mesi che abbiamo iniziato il ritiro, si vedono i primi automatismi che sono importantissimi per una squadra. Gasperini in poco tempo è riuscito a trasmetterci quello che vuole e le sue idee. Noi siamo una squadra con una grande esperienza e ci serve poco a capire quello che lui vuole".
Si parla tanto della difesa a tre portata da Gian Piero Gasperini. È davvero così complicato, per una squadra abituata a giocare dietro con quattro difensori, assimilare i meccanismi del nuovo modulo?
"Come ho appena detto, ci sono i vantaggi e gli svantaggi. I nostri difensori sono così bravi e con una tale esperienza che giocare a tre o a quattro cambia poco. È anche vero che poi, con i compagni che scalano, dietro non sono mai solo in tre. È una questione di abitudine, dipende da come si lavora e da come si accetta questa cosa. Con la giusta predisposizione è tutto più facile".
La storia di Mauro Zarate potrebbe essere simile a quella di Dejan Stankovic: è passato, infatti, dal mondo Lazio al mondo Inter. Gli hai già dato qualche consiglio?
"Ieri ho visto per la prima volta lui e Forlan. Sono due grandissimi acquisti, hanno qualità pura e ci daranno una grandissima mano. Da ex laziale, come lui, auguro a Zarate di vincere con l'Inter quello che ho vinto io negli ultimi anni, di avere la fortuna di stare bene fisicamente, di adattarsi alla squadra, alla società e alla città. Ma non avrà problemi: io, dopo essere arrivato qui, mi sentivo già a casa dopo soli due mesi".
Di Zarate si dice che abbia le qualità per fare la differenza in un grande club: che errore non deve commettere in grande club come l'Inter?
"Non si deve emozionare troppo, deve solo fare quello che sa. Non deve inventare nulla e dimostrare nulla, è un grandissimo campione. Si deve solo rilassare, il gruppo lo aiuterà di sicuro, deve fare solo quello che sa fare e basta".
Diego Forlan, secondo te, ha bisogno di qualche consiglio?
"No, no. Lui è già grande, e poi è un paio di anni che è in grandissima forma e si sta confermando gara dopo gara e competizione dopo competizione. È stato grandissimo al Mondiale, è stato grandissimo in Coppa America. È proprio bravo".
Perchè Diego Forlan non farà rimpiangere Samuel Eto'o?
"Sono due cose diverse, non voglio mischiare le cose. Eto'o è stato grande, un grandissimo campione dentro e fuori dal campo. Sono stato bene con lui, è uno che si fa sentire, è un campione vero e gli auguro buona fortuna".
Qualcuno afferma che le squadre italiane dovrebbero mettere il campionato in cima alla lista dei loro obiettivi perchè in Champions League dipende tutto solo dal Barcellona, è così?
"Il Barcellona è il Barcellona. Anche quest'anno parte favorita, ma ogni anno che passa tante squadre hanno più voglia di batterli e fanno sacrifici enormi per farlo. Anche per noi è così, forse partiamo in svantaggio. È dura vincere la Champions League, ma non si sa mai. È importante arrivare alla partita giusta, in quel momento della stagione, con la qualità e anche la fortuna".
Tu sei un giocatore che ha giocato in tutte le posizioni del centrocampo: secondo te, che cosa deve fare un campione come Wesley Sneijder per adattarsi al meglio al nuovo sistema di gioco?
"Prima cosa deve stare tranquillo. Lui ha qualità e da centrocampo in su può giocare ovunque. Si deve solo convincere e basta. L'ho visto ieri e abbiamo lavorato bene, oggi ancora. Dipende dal tecnico, le scelte le fa lui e ora ha l'imbarazzo della scelta. L'importante è che tutti noi giocatori ci facciamo trovare pronti, le partite sono tantissime e un solo giocatore in un ruolo non può fare 60 partite all'anno, Javier Zanetti a parte (ndr.: sorride). Per questo ci sarà turnover e la squadra cambierà, noi dobbiamo farci trovare pronti al momento giusto".
Sneijder può essere anche un tuo concorrente in mezzo al campo?
"Io non ho concorrenti, ho solo compagni di squadra. Se non gioco domenica e mercoledì, prima o poi un cambio ci sarà e giocherò la domenica e il mercoledì dopo. L'importante è che lavoro bene, che sto tranquillo e che sto bene fisicamente. Problemi non ce ne sono, prima o poi giocherò di sicuro".
Negli ultimi anni l'Inter è andata molto bene a Palermo, la possiamo considerare una trasferta facile?
"Assolutamente no, per niente. A Palermo non abbiamo mai vinto facilmente. Siamo sempre andati in difficoltà e siamo stati bravi a concretizzare quello che abbiamo creato. Quest'anno sarà tutta un'altra partita".
Domenica compirai 33 anni, vuoi ancora dimostrare che questa Inter non può fare a meno di Dejan Stankovic? Qualche anno fa, nella seconda stagione di José Mourinho, avevi dichiarato che eri partito un po' dalle retrovie e poi che avevi scalato posizioni...
"Anche quest'anno parto normale, non favorito (ndr.: sorride). Ma la stagione è lunga e mi farò sentire".
A livello personale che cosa ti auguri?
"Di star bene fisicamente e di dare una grossissima mano alla squadra. Sono convinto di farcela".
Se dovessi trovare una definizione per definire il tuo stato d'animo e quello dell'Inter all'inizio di questa stagione?
"Una squadra affamata, convinta delle proprie qualità, convinta di poter fare bene quest'anno. Una squadra che parte tranquilla".
Ieri hanno inaugurato lo stadio nuovo della Juventus...
"Bellissimo. Ieri ho visto qualche immagine mentre guardavo una partita di tennis tra Djokovic e Tipsarevic, un duello serbo di tennis all'US Open. Ogni tanto cambiavo canale e vedevo il nuovo stadio, davvero bello. Faccio loro i complimenti".
Hanno voluto rimarcare che per loro gli scudetti sono 29...
"Quello non l'ho visto, ho visto solo un po' di coreografia e di fuochi d'artificio".
Autore: Fabrizio Romano
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