Il massimo risultato col minimo sforzo: un gol di Andrea Ranocchia, sin lì senza ombra di dubbio il peggiore della partita, poi tanta sofferenza, tanta fortuna e un Julio Cesar che a cinque minuti dalla fine si inventa la parata capolavoro. L’Inter non brilla, stringe i denti, soffre, resiste fino a oltre il 90esimo e porta a casa tre punti davvero pesanti, uscendo ancora una volta imbattuto dal Dino Manuzzi di Cesena. I 21mila spettatori presenti oggi non hanno visto un grande spettacolo, ma tant’è, la vittoria risulta sempre importante.
PRECEDENZA A DESTRA – Si parte subito forte, con una prerogativa: il Cesena usa la velocità, l’Inter, che dopo un anno saluta lo stemma di campione del Mondo dalle proprie maglie, il raziocinio. Caratteristica in comune: sia la squadra di Arrigoni che quella di Ranieri cercano di colpire soprattutto dalla destra, con Ceccarelli e Maicon particolarmente ispirati da ambedue i lati. Il numero 77 romagnolo impegna Julio Cesar con un sasso da fuori, il Colosso arriva a servire un ottimo pallone per Nagatomo che per poco non vale il gol dell’ex. La cosa positiva della formazione di Arrigoni è la capacità di costringere più di un uomo a rientrare, come avviene con Cambiasso e in una circostanza con Coutinho. Chi non sembra particolarmente in giornata è Zanetti, che nei primi 25 minuti perde due palloni sanguinolenti. Il problema sta lì dove conta: in mezzo e soprattutto sulle punte, che vengono rifornite poco e male. E sì che Milito ha fatto intravedere qualche buon numero. Come quello che al 27esimo porta la punizione che Coutinho manda alto di poco.
CORRENTE ALTERNATA – Il lampo di Candreva che costringe Julio Cesar al corner ha l’effetto di scuotere un po’ il Cesena che prova ad approfittare anche degli errori in disimpegno, specie di un Ranocchia in difficoltà e troppo spesso puntato dagli avversari, grazie al suo pressing. Comunque è una gara quasi a inning, dove un po’ attaccano i romagnoli e un po’ i nerazzurri, che crescono con decisione nei minuti finali. Al 40esimo, brividi per Julio Cesar che cade male dopo un’uscita costringendo i sanitari a intervenire. Nulla di grave per fortuna. Sul finire del tempo Milito accelera e tenta la conclusione: palla alta, ma segnali positivi da parte dell’argentino. Prima del duplice fischio, c’è tempo anche per un piccolo giallo su un contatto in area che contatto non è Lucio-Mutu non sanzionato da Romeo, giustamente. Si chiude così il primo tempo, con uno pari comunque legittimo.
MOTTA, CHE BRIVIDO – Come consuetudine, Ranieri opta per una sostituzione dopo l’intervallo: fuori Coutinho, dentro Obi, nel tentativo di dare più sostanza alla metà campo. Ne viene fuori un 4-4-2 secco, con Maicon che si alterna a Zanetti nel coprire i ruoli sulla destra. Obi prova subito a dare un cambio di ritmo, ma nei primi minuti non riesce ad affinare l’intesa con Milito con esiti anche grotteschi. Meglio Maicon, che prova a servire un pallone d’oro a Pazzini che però colpisce male. Ma Ranocchia conferma di essere in giornata no: un errore di lettura delle intenzioni di Obi e il Cesena rischia di colpire, fermato da Lucio e Nagatomo. Ad un certo punto, però, il crac: Thiago Motta cade male su Mutu e caccia un urlo da brivido perché la gamba gli resta sotto con brutta torsione del ginocchio: l’italo-brasiliano però si rialza e continua a giocare.
DA FLOP A TOP – L’Inter non ce la fa a pungere, sbaglia troppo e rischia ancora di più specie quando Mutu viene stoppato dal provvidenziale Nagatomo. Ci vuole un lampo, uno di quelli che non ti aspetti. E il lampo arriva, probabilmente da uno dei peggiori in campo: Ranocchia che da punizione di Maicon, agevolato da una mezza papera di Antonioli, mette dentro indisturbato. Un gol inaspettato, forse nemmeno troppo meritato, ma fondamentale per il giovane di Bastia Umbra sin lì poco produttivo. Arrigoni cerca a quel punto di rinforzare l’attacco con Ghezzal e Bogdani. I romagnoli ci provano, l’Inter gestisce non senza qualche patema di troppo.
DOPPIA MANDATA – Si arriva così al quarto d’ora conclusivo: il leit motiv non cambia, col Cesena che prova a mordere ma finendo sempre contro il muro nerazzurro, cui viene incontro una buona dose anche di fortuna. A cinque minuti dalla fine, arriva la parata da tre punti: Julio Cesar respinge coi piedi una conclusione in sforbiciata di Ghezzal. Poi è Maicon a immolarsi su Candreva: il Manuzzi è una bolgia, dentro anche Benalouane nel Cesena e Stankovic per Milito. Quattro minuti di recupero dove l’Inter resiste e chiude anche in avanti. Alla fine, sono tre punti d’oro: la scalata continua, anche se lì davanti nessuno molla ancora un colpo. Ma l'Inter è lì, e questo conta.
Autore: Christian Liotta
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