A Bologna, l’Inter si ritrova. O meglio, ritrova i 3 punti, utili a zittire critiche e scettici. Un successo di gruppo, quello ottenuto dagli uomini di Spalletti. Senza Mauro Icardi e Lautaro Martinez, infortunati dell’ultimo minuto, il tecnico nerazzurro si è affidato a Keita Baldé davanti, supportato da un trio di trequartisti, nel suo 4-2-3-1.

Può suscitare più di una sorpresa il fatto che la prima vittoria stagionale dell’Inter sia arrivata senza il suo capitano, nonché principale terminale offensivo. Nelle ultime annate, particolarmente deludenti e buie a livello di risultati di squadra, Icardi è stata l’unica vera luce.

Nelle 3 stagioni passate, con l’Inter fuori dall’Europa, Mauro è cresciuto in maniera esponenziale sul fronte offensivo. Dal 2015/16 all’annata chiusasi con la qualificazione in Champions ha segnato 16, 24 e 29 gol in Serie A.  Un killer instinct sempre migliore, con cui è arrivato al titolo di capocannoniere 2017/18 (il secondo nel nostro campionato). Il gioco nerazzurro è stato spesso e volentieri basato su di lui, costruito per lui. Ma a Bologna – giocoforza – no.

Senza il centravanti argentino, e orfani anche del numero 10 Martinez, i nerazzurri sono scesi in campo con Keita Baldé prima punta. Un ruolo che, nella sua duttilità tattica, il senegalese può ricoprire, specie se lanciato palla al piede. I suoi 181 centimetri e 77 kg però lo rendono un elemento che difficilmente può garantire profondità e gestione del pallone in area di rigore. Alla manovra nerazzurra è inevitabilmente mancata una presenza pericolosa per i cross e per i palloni vaganti. Ma la squadra di Spalletti ha fatto di necessità virtù.

Non potendo sfruttare un ariete d’area, l’Inter ha limitato i propri attacchi centrali. Di contro, ha moltiplicato gli sfondamenti laterali. Sulla fascia destra (31 attacchi) e sulla fascia sinistra (36) la squadra di Spalletti ha in lungo e in largo dominato gli avversari, mettendoli in difficoltà. Fondamentale, oltre che agli esterni Ivan Perisic e Matteo Politano, anche il lavoro dei due terzini, abili a sovrapporsi.

Altro aspetto determinante per sopperire all’assenza di Maurito è stato il lavoro in inserimento dei trequartisti. Non a caso, i tre giocatori andati in gol (Radja Nainggolan, Antonio Candreva, Perisic), hanno giocato in quella posizione. E in ognuna delle reti, si può notare un taglio ad anticipare la copertura difensiva, in qualche modo facilitato dall’assenza di un attaccante fisso in area. Con la sua mobilità infatti, Keita ha creato più spazi per i compagni, che ne hanno approfittato per colpire Skorupski.

Sulla trequarti, con un attaccante “leggero” come il numero 14, il ruolo più delicato ricade su chi si pone centralmente nei 3. A Bologna in quella posizione c’era Radja Nainggolan. Il belga-indonesiano è stato richiesto da Spalletti proprio per giocare da trequartista puro, come fatto nell’ultimo anno insieme a Roma. In quel ruolo il Ninja visse la sua annata migliore a livello realizzativo, e non è un caso se pronti via, alla prima in nerazzurro, proprio in quel ruolo si è tolto la prima gioia. La sua capacità di inserimento e di concludere di prima intenzione lo rendono l’uomo ideale a cui affidarsi quando, come contro il Bologna, gli spazi e i palloni dalla fasce laterali non mancano.

No Icardi, no problem, verrebbe da dire. Senza il capitano, i nerazzurri riescono a chiudere quella che già molti avevano etichettato come ‘crisi’. Quando il centravanti non c’è, i trequartisti si danno da fare. Certo, alla lunga, contro difese più solide ed esperte, un centravanti di peso sarà indispensabile. Ma l’Inter 2018/19, come spesso ha ammesso Spalletti, deve essere in grado di sopperire alle assenze, anche pesanti, come quella di Icardi. Una squadra cameleontica, che deve adattarsi alle necessità di uomini e di campo. Al Dall’Ara il cambio di assetto ha pagato. Segno che questa Inter dipende solo dall’Inter.

Federico Rana

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 06 settembre 2018 alle 20:55
Autore: FcInterNews Redazione
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