Una seconda opportunità non la si dovrebbe negare a nessuno. La pensa così Josè Mourinho, almeno per quanto riguarda il suo pupillo Ricardo Quaresma, spedito nella lontana Londra a gennaio quando pareva evidente la sua inutilità al progetto tattico che lo Special One aveva in mente per l’Inter. Una rinuncia che ha fatto bene di certo alla squadra, che senza l’ala acquistata in estate a suon di milioni ha cambiato assetto ed è cresciuta partita dopo partita, conquistando e consolidando la vetta in classifica. Meno bene il trasferimento al Chelsea ha fatto al Trivela, diventato oggetto di scherno in Italia e punto interrogativo, se non desaparecido, in Premier League. Su di lui ha pesato l’esonero di Felipe Scolari, che lo aveva espressamente chiesto alla dirigenza durante il mercato di riparazione (bruciando sul tempo il Tottenham). Con Hiddink il portoghese non si è praticamente mai visto e le sue 5 presenze da titolare questa stagione testimoniano l’insofferenza dell’ambiente Blues alla sua presenza.

Ultimamente si è parlato di un suo ritorno in Portogallo, nel Benefica, ma a quanto sembra Quaresma avrà un’altra chance nel campionato italiano l’anno prossimo. Bisogna quanto meno cercare di valorizzare i 24 milioni di euro investiti da Moratti la scorsa estate per strapparlo al Porto. Denaro che rischia, altrimenti, di non tornare più nelle casse societarie. Se Mourinho lo ha voluto all’Inter un motivo deve pur esserci e lo Special One non è tipo da arrendersi di fronte a un suo passo falso. Per questo insisterà ancora sul Trivela, ma a una condizione: che cambi mentalità, che torni in Italia con la testa giusta per misurarsi in un torneo in cui le finezze, i colpi di tacco e i dribbling ad ogni costo sono un lusso che solo i fenomeni possono concedersi. E lui, almeno ad oggi, non rientra in questa categoria. Meno lustrini e payette, dunque, e molta più sostanza. Solo così Quaresma potrà guadagnarsi un posto nella nuova Inter, per confermare quanto di buono Mourinho e Scolari hanno visto in lui fino a esporsi pubblicamente per poterlo allenare. Se davvero il Trivela imboccherà la strada giusta, quella dell’impegno e dell’abnegazione, forse anche quel soprannome, che oggi suona decisamente come una presa per i fondelli, farà parte del passato o acquisirà un significato decisamente più lusinghiero. Come sempre, dipenderà tutto da lui…

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 19 maggio 2009 alle 20:46
Autore: Fabio Costantino
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