Radja Nainggolan, intervenuto in diretta Instagram con lo youtuber "Er Faina", si racconta a tutto tondo rivelando anche stralci del suo passato.  

Ritorno a Cagliari: 
"Mi aveva cercato e avevo parlato anche con la Fiorentina ma quando decido una cosa poi è quella, ho deciso Cagliari perché era un progetto che volevo intraprendere, dovevo andare via dall'Inter, avevo fatto una stagione un po' così così quindi volevo mettermi in gioco per bene ritrovando la serenità".

Vorresti tornare a giocare?
"Io vorrei giocare perché è la mia passione, mi sta mancando giocare però la salute viene prima di tutto. Se ci sono le condizioni di salute, anche se a me non mi fa impazzire l'idea di giocare senza pubblico, pur di concludere la stagione penso sia giusto finire. Non sarebbe giusto finire il campionato alla 25esima giornata". 

Chi vedi favorito per lo scudetto?
"Io dico la Juve senza nulla togliere alla Lazio che sta già facendo un miracolo perché se guardi la rosa della Juve, non che abbiano giocatori di un altro livello, però sono talmente tanti che hanno più possibilità. La Lazio però deve giocarsela per forza essendo arrivata lì, poi nel calcio non si sa mai, la Juve prima o poi dovrà perderlo questo scudetto". 

E l'Inter?
"L'Inter è cambiata tanto dall'anno scorso, ha cambiato tanti giocatori, stile di gioco che ora è molto più fisico. Per me sta sempre là, però sembra che manchi sempre quel poco per superare quell'ostacolo che faccia vincere quello che c'è da vincere per stare sopra e poi diviene difficile". 

Meglio l'anno scorso con Icardi o quest'anno con Lukaku?
"Sono due giocatori completamente diversi. Icardi ha dimostrato che i gol li sa fare, perché a quell'età fare tutti quei gol non è da tutti. Liukaku magari fa meno gol rispetto a Icardi però è un armadio, va a tremila, si sbatte contro tutti. Un giorno in Nazionale feci spalla a spalla con lui e mi buttò giù. Lukaku rispetto al fratello, che forse è più veloce, tecnicamente non è pulitissimo però è uno che in Nazionale soprattutto, quando finiscono gli allenamenti, va in tutte le posizioni in area di rigore. Si allena talmente tanto sulla precisione del tiro che pur guardando soltanto a terra sa dove mandare la palla. È un grande lavoratore". 

Hai rosicato per la non convocazione al Mondiale?
"Sì, l'ho detto diverse volte. Con Martinez ho fatto due amichevoli e mi ha fatto fuori. Ho fatto una buona stagione alla Roma, ma non mi ha voluto comunque. Ho sempre detto che preferisco le persone che dicono la verità, lui mi prende da parte all'Hilton a Roma e mi dice che non mi poteva dare lo stesso ruolo che avevo alla Roma e che non voleva portarmi perché magari in panchina avrei messo zizzania. Però va beh, sono scelte. Ho apprezzato il fatto che sia venuto a dirmelo, perché ha fatto quello che ho sempre detto di apprezzare ovvero di dirmi le cose in faccia, però non mi è piaciuta la scusa che ha utilizzato. La Nazionale ad oggi non mi manca, mi manca lottare per il Belgio, però visto che non rientravo prima nei suoi piani non credo di rientrarci neanche oggi, l'ha dimostrato, quindi non c'è motivo di pensarci. Non torno mai sulle mie decisioni".

Torneresti a Roma?
"A Roma sì. Se ci fossero i presupposti ci tornerei. Lì ho passato tanti momenti belli, è una piazza che mi ha voluto bene e alla quale io voglio tanto bene. Cosa mi manca di Roma? Le serate (ride, ndr). No scherzo, di Roma mi manca tutto. L'altro giorno vedevo il Dzeko day e ho iniziato a scrivere a tutti i miei ex compagni, mi venivano ancora i brividi. Difficile da spiegare, mi manca davvero tutto perché vivevo in maniera totalmente naturale. Poi sono successe diverse cose, e chissà... Vedremo. Questa non è una domanda però che dovresti fare a me". 

Com'è tornare all'Olimpico da ex?
"Io all'Olimpico sono tornato con il Cagliari, con l'Inter non ne ho fatta neanche una. Quando una persona va via a testa alta da una società l'importante è aver lasciato qualcosa di importante. L'affetto che ho ricevuto a Roma penso sia così grande perché ho lasciato qualcosa in campo e ne vado orgoglioso. Difficilmente una piazza come Roma ti lascia tanto affetto, quindi qualcosa di buono l'avrò fatta. Ci tornerei a Roma anche senza Totti e De Rossi che sono la storia della Roma; ci tornerei perché, ripeto, ho trascorso momenti indimenticabili, partite importanti e un ambiente bellissimo".

Derby a Milano?
"Sì l'ho giocato quando mi sono fatto male con Biglia che mi girò la caviglia dopo venti minuti. A Milano il derby è completamente un'altra cosa rispetto a Roma. Se vedi San Siro, ti fa molto più effetto, fanno delle coreografie bellissime, però durante la settimana non lo senti come a Roma, dopo la partita finisce tutto, a Roma ti prendono in giro per settimane. Poi a Roma con De Rossi che carica a mille, il significato è diverso". 

Futuro nel calcio?
"Ho sempre detto di volermene uscire da questo mondo per com'è fatto, rispetto al mio carattere. Però dopo quest'anno al Cagliari, ho rivissuto alcune esperienze del mio percorso e forse mi piacerebbe seguire i giovani e raccontare loro anche quelle che sono le mie esperienze e quello che è il mio calcio. L'allenatore un indomani? Non lo so, mi piacerebbe magari, ma io ho un carattere difficile. Il fatto di essere così diretto non so quanto possa essere buono".

Alleneresti la Juve o la Lazio?
"Non lo so. Non penso proprio a fare l'allenatore quindi..."

Qual è il tuo gol più bello?
"Penso quello di quest'anno contro la Spal per la velocità d'esecuzione ma credo anche di averne fatti tanti altri molto belli".

Ci sono differenze tra le due annate di Spalletti, alla Roma o a Milano?
"Parlando di calcio, quindi in campo, per me è il più forte che ho avuto. Più di Allegri perché l'ho vissuto poco. Spalletti è per me l'allenatore migliore, per come vede le partite e come cambia la sua visione di calcio, per quelle che sono le mie caratteristiche. Non so se negli anni è cambiato, però lui è uno che combatte, fa parte della sua personalità, va a muso duro anche sui giocatori. Conte l'ho vissuto un mese, lasciando perdere le scelte che hanno preso, ma quando uno è bravo è bravo. In un mese che sono stato con lui mi ha fatto capire che la sua mentalità è una cosa assurda, la squadra sapeva già lui cosa voleva. Dice le cose in faccia, chiare, come piace a me. I suoi allenamenti sono durissimi, ma i giocatori capiscono subito qual è la sua idea di gioco". 

Il compagno più forte con cui hai giocato?
"Scontato dire Totti. Ho giocato con tantissimi giocatori forti. Pjanic per esempio da mezzala era fortissimo. Dzeko per me è la prima punta più forte con cui ho giocato, è più forte pure di Icardi e Lukaku perché fa tutto, assist, gol, gioca la palla, fa salire la squadra. Icardi in area è il più forte di tutti, è un animale. Lukaku ha potenza fisica e velocità. Lautaro piuttosto si avvicina a Dzeko, è forte fisicamente, tiene palla, è furbo, tira a destra e a sinistra, però è più basso rispetto a lui. Ma per tecnica è fortissimo". 

Chi è il più forte tra Ronaldo il Fenomeno o Messi?
"Ronaldo il fenomeno io me lo ricordo quando stava al Real, sono sincero. Era già pesantino con quella pancia, ma andava fortissimo comunque. Sono andato a vedere i suoi video, era devastante. Non sono un giocatore cattivo, quindi no, non l'avrei fermato neanche io. Se dovessi metterlo però a paragone con Messi, dico Messi. Sono due fenomeni, di un'altra categoria, ci metto pure Ronaldinho. Ronaldo è una macchina, è tutto costruito. Messi è talento puro, per come tocca la palla. Cristiano è diventato ormai anche prima punta, CR7 del Manchester United è un giocatore diverso a quello visto negli ultimi anni per esempio. Ma è proprio costruito".

C'è un giocatore che in carriera ti ha dato tanto fastidio?
"Ricordo l'Inter del Triplete, ero entrato, forse era il mio esordio con il Cagliari, entro a fare una pressione contro Thiago Motta, mi ha fatto rimbalzare via per metri". 

Su Handanovic:
"Alisson più forte di Handanovic? Mi metti in difficoltà, anche lui è fortissimo, è un portiere incredibile, soprattutto per la calma che ha. A volte lo vedi, col cappello in porta, non lo vedi così 'bello'. Molti dicono che non sembra neanche un portiere, ma ha un'efficacia di giocare incredibile. Non è magari esteticamente bello ma tecnicamente è incredibile. Fa delle cose che altri portieri non fanno per niente". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 26 aprile 2020 alle 16:29
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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