Josè Mourinho non si smentisce mai. Ospite di Inter Channel, il tecnico portoghese ha voluto regalare ai tifosi nerazzurri alcune delle sue chicche dialettiche, che stasera sono andate poi in onda sulla tv tematica nerazzurra. Ecco alcune perle dell'intervista, partendo da un termine ben preciso: 'bauscia': "Certo che so cosa significa, è dialetto milanese. Sì, credo di essere un bauscia, di sicuro i tifosi sanno che per il mio club dò tutto, così come per la mia squadra e anche per loro. Non posso essere diverso, sono fatto così, non saprei lavorare in altro modo".
Altro argomento, Esteban Cambiasso, giocatore insostituibile per l'Inter: "Ce ne vorrebbero due, uno davanti alla difesa e uno più avanzato di dieci metri, ma non chiedetemi di parlare di mercato perché altrimenti domani i giornali dicono che l'Inter compra questo o quel giocatore". A proposito di Inter, Mourinho fa i complimenti alla società per la realizzazione dei campi ad Appiano Gentile: "Ci sono vittorie della squadra e vittorie della società. Questa è stata una vittoria del club e tengo a ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto".
Ecco di seguito domande e risposte tra i tifosi dell'Inter e il tecnico nerazzurro:
Diamo una formazione: Julio Cesar; Maicon, Samuel, Lucio, Zanetti; Cambiasso, Thiago Motta, Sneijder; Balotelli, Milito, Eto'o: è impensabile un undici come questo, troppo squilibrato?
"L'equilibrio o lo squilibrio è dettato dalle caratteristiche dei giocatori schierati in campo. Un 4-3-3 è un sistema tattico molto simmetrico ed equilibrato però, affinché risulti davvero efficace, occorre che tutti lavorino seguendo un principio collettivo e inoltre devono saper tutti dare il proprio contributo in fase difensiva".
Il parere di Mourinho su Jonathan Biabiany, Renè Krhin e Andrea Poli.
"Da quando sono all'Inter ho imparato a parlare solo dei miei giocatori perchè se parlo di qualcun'altro, il giorno dopo si scriverà che è un giocatore che piace a Mourinho, che piace all'Inter e che la società vorrebbe acquistare. Per questo non parlo nè di Biabiany nè di Poli.
Di Krhin, invece, posso dire che ha esattamente tutto quello che mi piace vedere in un ragazzo di 18 anni: è molto serio, un professionista, super concentrato sul lavoro, ha grande ambizione, grande disciplina propria e, chiaramente, ha grande talento. Per tutte queste ragioni ha già giocato una partita con l'Inter durante la sua prima stagione in prima squadra, una gara di responsabilità perchè si trattava di una gara di Serie A, è stato anche a disposizione in panchina in una gara di Champions League e continuerà a giocare. Gli auguro un grande futuro soprattutto perchè, ripeto, le caratteristiche della sua personalità sono quelle che ogni giovane calciatore dovrebbe avere".
Un papà scrive per conto del figlio che ha 13 anni ed è milanista. Chiede se Mourinho potrebbe adottarlo...
"Questo è ovviamente uno scherzo, ma nella mia ridotta vita sociale mi è già capitato che un tifoso milanista o juventino esprima approvazione per il nostro modo di lavorare e per la nostra personalità e questo ovviamentre fa piacere. Sicuramente questo bambino, come tutti noi d'altronde, non cambierà mai squadra perchè la fede di un bambino non si deve mai cambiare, però se tifa Milan con rispetto per gli interisti è ovvio che faccia piacere".
Quanto conta l'apporto dei tifosi durante una gara?
"Per me non conta assolutamente nulla: io non gioco, sono in panchina, penso, analizzo e cerco sempre di rimanere isolato da quello che succede nello stadio. Io ho occhi solo per la partita, ma ai giocatori fa una differenza incredibile. L'appoggio dei tifosi può far si che la squadra giochi con 12 uomini in campo, la mancanza di appoggio può far sì che si giochi in 10. È davvero molto, molto importante. Per la fiducia e l'autostima di un giocatore, l'appoggio della tifoseria è fondamentale".
Mourinho ritiene giusto che l'Inter abbia uno stadio di proprietà?
"È difficile rispondere a questa domanda perchè è anche un tema che confina con questioni societarie ed economiche. Sono tanti gli aspetti che entrano in discussione in quest'argomento, dal punto di vista sportivo credo sia più importante che una squadra si senta davvero a casa e questo può avvenire sia se lo stadio è di proprietà della società sia che lo sia del comune. Ciò che davvero conta è l'atmosfera che si crea dentro lo stadio e noi, anch'io che sono qui da un anno e qualche mese, posso ricordare alcune partite nelle quali i tifosi interisti a San Siro hanno davvero fatto la differenza e altre nelle quali c'è stato un atteggiamento negativo nei confornti di qualche giocatore. Se si trova un punto di equilibrio che permetta alla squadra di giocare sempre con un clima positivo, non fa differenza se si gioca all'interno di uno stadio nostro o non nostro perchè sarà comunque nostro".
Perchè alla fine della partita l'Inter va a salutare i propri tifosi sotto la curva?
"Io personalmente come allenatore non credo di doverlo fare. Se vinciamo una gara e la squadra è felice, il palcoscenico è tutto per loro. Io di solito sono sempre il primo a uscire dal campo e dalla panchina dello stadio 'Meazza' è molto facile farlo. È subito dopo una sconfitta che sono io il primo ad andare al centro del campo e l'ultimo ad andare via perchè credo sia giusto in quei momenti prendere su di me le maggiori responsabilità. Mi piace che la squadra in quanto squadra appunto, non solo allo stadio "Meazza" ma soprattutto nelle trasferte, quando magari i tifosi nerazzurri hanno sostenuto lunghi viaggi, magari in pochi, ecco in quelle occasioni mi fa piacere che la squadra vada a salutarli. È un aspetto che dovrebbe far parte della nostra cultura sportiva".
Conosce Luciano Ligabue?
"No, non proprio ma conosco la canzone 'Una vita da mediano' perchè è dedicata a Gabriele Oriali e si vede chiaramente che Luciano è un tifoso interista e conosce a fondo questo mondo".
Un commento su Sulley Muntari.
"È un bravo giocatore, un giocatore utile alla squadra per le sue caratteristiche, che ultimamente ha attraversato un periodo meno positivo durante il quale ha mostrato delle fragilità a livello psicologico e, anche per questo, ha avuto bisogno dell'aiuto del suo allenatore, dei suoi compagni e dei suoi tifosi. Tuttavia, credo che un periodo meno bello degli altri possa capitare".
Ha mai pensato di firmare un contratto a vita con l'Inter?
"(ndr.: sorride) Questa è la realtà: in Inghilterra c'è Arsene Wenger che credo abbia festeggiato il suo quindicesimo anno alla guida dell'Arsenal, nonostante non vinca da sei anni neanche la Curling Cup. Voi credete che se io non dovessi vincere nulla per sei anni consecutivi nell'Inter, il presidente mi permetta di firmare un contratto a vita? (ndr: sorride) Questo non è nella nostra cultura. Il Liverpool con Rafael Benitez non ha mai vinto un campionato eppure lui guida quella stessa squadra da sei anni e continuerà a farlo. Ma, ripeto, questo non è nella nostra cultura, è una mentalità completamente diversa e io per rimanere nell'Inter devo vincere e devo fare bene. Questa è la nostra cultura".
I tifosi sono molto contenti che José Mourinho sia alla guida dell'Inter...
"Io credo che il tifoso capisca che io do tutto per la mia squadra, quindi anche per loro. Non può essere diverso per me: io sono così, non saprei lavorare in modo diverso: se vinciamo, non vinciamo, siamo campioni, non siamo campioni, giochiamo bene, giochiamo meno bene, vinciamo, pareggiamo o perdiamo, i tifosi hanno la sensazione e la garanzia che il proprio allenatore vive quest'Inter con tutto sè stesso e credo che questo crei un aspetto positivo tra me e loro".
Un tifoso rassicura Mourinho: "Chi la critica non lo fa perchè ha un passaporto diverso. Sono solo invidiosi del suo ingaggio".
"Chissà, forse c'è un po' di verità in questo. Mia nonna diceva che il giorno in cui nessuno avrebbe più avuto invidia di me, mi sarei dovuto preoccupare. Forse aveva ragione".
E domani, per tutta l'Inter è un giorno speciale, il perchè lo spiega in chiusura José Mourinho: "Per la prima volta domani ci alleneremo sui nuovi campi. È stato fatto un grande cambio nella struttura del centro sportivo, una grande vittoria della spocietà. A volte le vittorie sono fatte di gol e campionati, ma il fatto che la Primavera possa allenarsi ogni giorno con noi, questa è davvero una grande vittoria. Lavoreremo su due campi paralleli, ci sarà la tribuna per il pubblico quando le sedute saranno aperte a tutti, non avremo più problemi climatici perchè il terreno è protetto. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto e ovviamente la società che è stata la prima a crederci".
Autore: Fabio Costantino
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