L'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, dopo il suo intervento in conferenza stampa, parla del momento della squadra nerazzurra ai cronisti presenti in sala stampa: "Penso che l'Inter possa fare bene, oggi e in futuro. Deve scattare qualcosa: il calcio è difficile, quando si va male si è troppo pessimisti e quando si va bene non ci si aspetta mai che possa andare qualcosa di male. L'Inter ci insegna che possono succedere le due cose e può avere la forza per poterlo fare. Penso sia una questione di concentrazione, spero non sia una questione atletica perché a novembre non sarebbe accettabile”.

Sono mesi che lei e Tronchetti Provera chiedete la vicinanza ai nuovi proprietari. Ha la sensazione che Suning abbia recepito il messaggio?
“Lo aveva recepito anche Erick Thohir, ma non poteva compierlo per questioni di lavoro.  Loro lo hanno recepito e possono farlo con Steven Zhang. È un fatto positivissimo e dà la prova della loro grandissima volontà di fare bene. Non è facile ottenere risultati subito ma è un’esperienza che se la fanno direttamente conta qualcosa. Se la fanno da lontano non conta niente”.

Quanto conta la partita di stasera, specie alla luce della sconfitta in Israele?
“Conta, perché una squadra gioca per vincere. Nel momento in cui hai avuto una delusione simile devi capire se hai carattere, forza e volontà per superare gli altri ostacoli. Non finisce il mondo stasera, ma resta un appuntamento importante”.

Ma manca qualcosa a livello di organico?
“Può darsi, però a furia di intervenire sull’organico poi si dà un alibi a tutti perché ognuno dia il suo e finisce lì. Invece si può dare di più”.

Come vedrebbe Moratti i due Simeone all’Inter?
“Io credo che Pioli sia bravo e spero che abbia successo in quello che sta facendo”.

Ma serve più nerazzurro in dirigenza?
“Non lo so, chi c’è è già interista e tutti danno il massimo. Poi le cose possono girare bene o male”.

Crede che Simoni abbia creato qualcosa di unico sul fronte dell’entusiasmo quando era all’Inter?
“Sicuramente,  in quella squadra c’era grande complicità tra tutti, erano tutti simpatici. La complicità era automatica, e Simoni aveva saputo gestire molto bene le loro caratteristiche particolari. È riuscito a tenere insieme e a far vincere un gruppo che poteva essere difficile da gestire. Lui rimane nel ricordo di tutti, un po’ come vittima ma molto perché era un tecnico capace”.

Si è pentito di altri esoneri?
“Vale poco pentirsi, quando succede succede. Dispiace perché dopo ripensandoci capisci che la persona poteva essere molto più utile di quanto non ha potuto essere”.

L’Inter tornerà presto a vincere qualcosa di importante?
“Non posso darla una risposta secca, non sono coinvolto in queste cose e mi sembrerebbe di cattivo gusto o troppo buon gusto dire sì o no. Nel calcio è difficile ottenere risultati immediatamente, serve lavorare e soffrire. Poi se la cosa comincia a girare, qualche titolo potrebbe arrivare”.

Si continua a parlare di un suo ritorno, si può fare chiarezza?
“L’ho già fatto recentemente: non torno. Parliamo di azionisti che hanno sinceramente volontà e futuro a disposizione per fare bene”.

Il momento dell’Inter può essere una rivincita per lei? Magari per dire: ‘Visto, senza di me…’
“Questo ragionamento non funziona, nel calcio ne ho viste di tutti i colori da presidente. Fa piacere arrivare la sera della domenica andare a dormire sapendo che l’Inter ha vinto e si prova rabbia quando non si vince. Ho troppo l’Inter nel sangue per pensare così”.

Se Berlusconi si tiene il Milan?
“Semplicemente si tiene il Milan..."

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 novembre 2016 alle 19:12 / Fonte: Dall'inviato a San Siro Matteo Serra
Autore: Redazione FcInterNews.it
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