Ormai, se ne sono resi conto un po' tutti: Esteban Cambiasso è un giocatore, ma soprattutto un uomo, al di fuori della media. Il Cuchu è uno che, oltre alle prestazioni in campo che regalano gioie ormai da anni, si è legato come le bandiere di una volta ai colori nerazzurri in un legame indissolubile. 'Un allenatore in campo', amano definirlo nell'ambiente dell'Inter, ma lui è sempre onesto e preferisce pensare per ora a giocare a calcio, prima che ad insegnarlo. Ma in attesa di passare dai banchi alla cattedra, Esteban, da buon senatore dello spogliatoio, è anche un uomo che sa quando parlare e come parlare. Lui non è un uomo da copertina, tutt'altro: le sue dichiarazioni sono abbastanza rare e soprattutto vengono dal cuore, ma hanno una particolarità: se in certi casi sono indirizzate a qualcuno, anche se non esplicitamente riescono a colpire perfettamente il diretto interessato. Roba da fenomeni del verbo, insomma, ma il Cuchu è fenomeno in campo e fuori.

Proprio ieri, intervistato da Inter Channel in terra americana, il metronomo nerazzurro tra le tante parole sagge dispensate attentamente, ci ha messo anche una frase che è partita da un discorso riferito a sè, ma che si è poi andata ad allargare fino a toccare chi, in questi giorni, è protagonista di un tira e molla di mercato. 'All'Inter non si sta comodi, ma felici. Io sono felice all'Inter, non comodo', ha detto Cambiasso. Comodi, già, come comodo sembrava stare Mario Balotelli prima di andarsene al Manchester City: quando giocava sembrava facesse un piacere, con quel suo atteggiamento da campione che deve regalarti qualcosa. Queste sono cose che danno fastidio ad un uomo che, come Esteban, esce dal campo dopo aver macinato chilometri e sudato due magliette. L'Inter è felicità, e questo messaggio arriva chiarissimo dalle parti di Maicon: è inutile tenere questa situazione di stallo, dicendo che si sarebbe felici sia all'Inter che al Real Madrid quando poi parla il papà e parla del Real come il paradiso e l'Inter non la nomina nemmeno.

Qui, si resta felici. I musi lunghi, gli atteggiamenti da superiori, nello spogliatoio nerazzurro non vogliono più vederli. La lezione è stata chiara per Ibrahimovic, che è andato via portandosi dietro i suoi mal di pancia, e per Balotelli. Maicon, fortunatamente, quando veste la maglia nerazzurra ha sempre avuto tutt'altro atteggiamento, ma adesso se vuole restare davvero prenda una posizione. L'Inter è il club campione d'Europa e merita rispetto. Il gruppo chiede semplicemente questo: ci vogliono i sorrisi, la vera felicità per andare avanti, quella di un Cordoba che gioca poco ma che arriva in campo ridendo, quella di Materazzi che scende raramente in campo ma è il papà di tutti i giocatori, quella di Zanetti e Cambiasso che per quei colori ci hanno pianto, quella del troppo spesso dimenticato Julio Cesar che all'Inter, da miglior portiere al mondo, ha giurato eterno amore. Chiaro anche a lei, signor Maicon? L'Inter non è comodità, è felicità. Parola di Cuchu.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 28 luglio 2010 alle 15:14
Autore: Fabrizio Romano
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