Solo Maxwell, durante la gestione Mancini, era riuscito a risolvere uno dei problemi storici per l'Inter, quello della fascia sinistra, che la società nerazzurra si trascinava dai tempi dell'indimenticabile Andreas Brehme, il terzino sinistro (ambidestro) per eccellenza (a Milano dal 1988 al 1992, con un totale di 154 presenze). Dopo di lui, tanti tentativi più o meno sensati andati a vuoto in modo talvolta imbarazzante. Basti pensare ai vari Centofanti, Pedroni, Pistone, Gresko, Brechet e Favalli, tanto per intendersi. L'esplosione di Santon, oltre a indurre all'addio Maxwell (trascinato al Barcellona da Raiola), sembrava poter colmare quel vuoto per almeno un decennio, convincendo il tifoso di aver scoperto un nuovo Facchetti. Poi sappiamo tutti com'è andata a finire.

Oggi, oltre al solito Zanetti che all'occorrenza fa anche il terzino sinistro, l'Inter ha il solo Yuto Nagatomo a difendere quella zona così delicata del terreno di gioco, francamente pochino considerando che il giapponese è arrivato a Milano lo scorso gennaio per essere una valida alternativa su entrambe le fasce, non certo per diventarne il titolare inamovibile. Chiaramente, Nagatomo è un ottimo giocatore, è giovane e può migliorare tanto. Inoltre, ha il pregio di rispondere sempre 'presente' alle chiamate, salvo non resti vittima di infortunio come capitato in estate e prima di Inter-Lille. Nagatomo ha un buon senso della posizione, corre come un dannato e si impegna sempre al 100%, come nella filosofia nipponica. Ma se da una parte l'Inter può avvalersi di un gigante come Maicon, che quando è in forma non ha rivali, stona che il suo dirimpettaio non sia di livello almeno simile e non riesca a effettuare quello scatto in più che ci si attenderebbe da un campione.

Non è certo una coincidenza se la squadra nerazzurra, da quando Ranieri siede sulla sua panchina (la gestione Gasperini inchioda tutti), abbia sofferto quasi sempre su quella porzione di campo, dove il giapponese non riesce sempre a coprire come lecito e si fa prendere d'infilata dall'avversario di turno. Chiaramente non è solo colpa sua, i compagni dovrebbero aiutarlo, ma alcuni svarioni gli vanno inevitabilmente attribuiti, così come la scarsa propensione a rendersi pericoloso quando la squadra attacca. Un'arma in meno in fase offensiva, in altre parole. Perché oltre alle difficoltà in difesa (Maggio con il Napoli, Moscardelli con il Chievo, Hazard con il Lille, Moralez a Bergamo e Pepe con la Juventus gli hanno fatto vedere i 'sorci verdi'), anche in attacco Yuto ha faticato non poco a dare un contributo degno di questo nome (assai rari i cross per Pazzini o Milito provenienti da quella fascia, rispetto a quelli serviti da Maicon).

Il concetto pertanto resta il medesimo: Nagatomo è un buonissimo giocatore con ampi margini di crescita, ma oggi l'Inter ha bisogno di un esterno in grado di fare la differenza sia dietro sia in avanti. Le alternative all'ex Cesena? Chivu, che è un adattato e non ha la velocità per stare dietro a esterni più rapidi; Faraoni, che rende meglio a destra e comunque non viene mai preso in seria considerazione da Ranieri; infine Zanetti, al quale però non si può chiedere di fare tutto a 38 anni, benché ci possa riuscire benissimo. Tutte le sopra citate ragioni dovrebbero invogliare il club a cercare sul mercato un terzino sinistro con le capacità di essere titolare nell'Inter. Chiaramente non è facile, non sono molti i campioni in quel ruolo e chi li ha in squadra se li tiene stretti o li cede solo a peso d'oro.

La voce che porta ad Antonelli, come ci ha rivelato l'agente Parisi, è infondata, inoltre non si tratterebbe che di un'alternativa a Nagatomo. Altra ipotesi di mercato è quella che porta a Vargas, con due controindicazioni: il peruviano non ama difendere (è un'ala, non un terzino, come Bastos che comunque non verrebbe) e Della Valle, considerata la freddezza dei rapporti, non aiuterebbe certo l'ex amico Moratti in un'operazione di mercato. In tempi non sospetti si era vociferato anche il nome di Marcelo, ma per il brasiliano vale lo stesso discorso affrontato con Vargas: è troppo offensivo e Mourinho se lo tiene stretto. Il non plus ultra sarebbe Gareth Bale, prototipo dell'esterno mancino moderno che difende e spinge come un forsennato. Ma oggi i nerazzurri non possono permettersi un investimento da 40 milioni di euro, per quanto il giocatore li valga tutti.

Servono dunque altre idee alla luce di un budget che non consente voli pindarici: o si pesca con i intelligenza in Sudamerica, dove i talenti abbondano ma celano sempre il rischio di rivelarsi, una volta raggiunta l'Italia, delle bufale; oppure ci si mette in testa che per trovare un degno erede di Andreas Brehme è necessario un grosso sacrificio economico. Quella fascia 'maledetta' cerca ancora un proprietario e Zanetti prima o poi dovrà appendere le scarpe al chiodo.


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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 06 novembre 2011 alle 12:34
Autore: Fabio Costantino
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