Malcom e Vidal: da possibili titolari all'Inter a panchinari al Barça

Sliding doors per Malcom e Arturo Vidal, avversari mercoledì in Champions League dell'Inter, club al quale entrambi sono stati molto vicini l'estate scorsa. Forse occorrerebbe usare accortezza nell'enunciarli 'avversari', per lo meno di campo, visto che i due, il campo, l'hanno visto ben poco sinora con la maglia del Barcellona.
E pensare che Malcom, ad esempio, che si era promesso prima ai nerazzurri, e successivamente alla Roma salvo virare verso la destinazione catalana, sarebbe sbarcato a Milano per il ruolo di titolare per far rifiatare Candreva e alternarsi con Politano, ma pure Perisic avrebbe potuto giovare, in termini di risparmio energetico, della sua presenza. Una situazione ingarbugliata quella del brasiliano: dopo lo scippo blaugrana ai danni di Monchi, e conseguente bacio allo stemma del Barcellona dell'ex Bordeaux, quest'ultimo è stato scaricato sin da subito da Valverde alla prima occasione utile: "Malcom è stato acquistato dalla società, non era una mia richiesta. Suppongo che il club abbia avuto i suoi buoni motivi". Una sentenza che non ha lasciato scampo all'ala, relegata tra panchina e tribuna del Camp Nou, quando il Barça gioca in casa, e degli altri stadi quando i suoi compagni giocano in trasferta. Anche il suo procuratore ha recentemente ammesso il periodo di difficoltà che il ragazzo sta vivendo, sicuro però che la ruota girerà e che Malcom avrà le sue possibilità. Ad oggi, comunque, non si intravedono, tanto che voci dall'Inghilterra parlano di un assalto Liverpool per il suo cartellino. I Reds sarebbero addirittura intenzionati a pagarlo più di quanto il Barcellona stesso ha sborsato in estate. Vedremo se tali voci troveranno conferme.

L'altro grande mancato acquisto, per volontà dell'Inter che ha deciso di virare su Keita per riempire lo slot extracomunitari, è l'ex Bayern Monaco e Juventus Arturo Vidal. Il cileno, molto vicino ai nerazzurri già l'estate scorsa con il lavoro in tandem di Ausilio e l'allora direttore dell'area sport di Suning Walter Sabatini, ha assaporato il gusto di vestirsi della pelle del Biscione anche quest'anno, prima di essere dirottato verso Barcellona nel pomeriggio di una giornata la cui mattinata doveva sancire il suo approdo all'Inter. Nonostante i primi test fisici fossero risultati incoraggianti, e l'idea di creare un centrocampo da sogno con Nainggolan stuzzicasse non poco la dirigenza di Corso Vittorio Emanuele, Vidal non ha convinto in pieno Luciano Spalletti, che ha chiesto con forza che il mancato acquisto dell'anno precedente dell'allora laziale venisse concretizzato nella finestra di mercato estiva in questione.

Il capolavoro del prestito oneroso con diritto di riscatto di Keita non era ipotizzabile per nessuno. E la mossa suggerita dal tecnico di Certaldo ha sicuramente premiato la sua squadra. Keita non sta facendo sfracelli (anzi, deve ancora dimostrare tutto per guadagnarsi la conferma a fine anno) ma il non fare non sempre ha un'accezione negativa, specialmente se paragonato alla pesante assenza (di disciplina verrebbe d'aggiungere) di Vidal tra le fila catalane a causa di continui e irrisolti problemi fisici che si pensavano smaltiti. Insomma, l'Inter ha seguito e corteggiato due giocatori che tutti abbiamo considerato top player (o futuri tali in caso qualcuno avesse dubbi sulle qualità di Malcom, giudizio di Valverde a parte), con l'aspirazione di rendere ottimo un organico già forte. I loro mancati arrivi avrebbero potuto significare mancanza di pianificazione o di potere politico ed economico, ma al contrario la scelta di non averli in rosa ha premiato l'audacia di chi ha preso la decisione e di un lavoro di squadra che ha finalmente soddisfatto, se non del tutto sicuramente in gran parte, le aspettative di chi lavora e segue l'Inter. I nerazzurri viaggiano a passo spedito dopo un inizio di stagione alquanto difficile, il contrario di quanto accade in casa Malcom-Vidal dopo i sorrisi di metà estate. Chissà cosa sarebbe successo se fossero arrivati... Forse interessa più a loro che a chi non 'gode' della loro presenza in squadra.

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