Un Romelu Lukaku a tutto tondo, quello a parlare ai microfoni di Vogue nell'intervista in esclusiva "Romelu Lukaku x l'Uomo Vogue". Fra i vari argomenti toccati, calcistici e non, si parla anche di episodi di vita quotidiana condivisi coi compagni fin dai tempi del Manchester United: "Ricordo il mio primo anno al Manchester United. Giocavamo ogni sera a Call of Duty, dopo ogni incontro, da remoto insieme ai miei compagni, da Pogba a Rashford, anche con Ashley Young ora che ci penso. Luke Shaw era davvero bravissimo, all'inizio facevo fatica ma poi ho imparato pure io a giocare. La mia vita a Milano? In due anni non sono mai uscito nel tempo libero, non posso, mi vedrebbero e mi riconoscerebbero subito. Ma mi sta bene, quando arrivai all'Inter Pastorello mi spiegò la vita a Milano, la vita notturna, le tentazioni della città. Volevo mostrare alla gente il mio talento, il mio obiettivo non era quello di divertirmi la sera fuori, ma di vincere con l'Inter. Quello era e resta il mio obiettivo. Non voglio distrarmi con cose che non mi possano rendere un giocatore migliore. Non voglio che la gente pensi che trascorro il tempo libero distraendomi o comunque a perdere tempo, sono focalizzato sui miei obiettivi. Naturalmente esco qualche volta, in negozi quando ne ho bisogno, ma in momenti in cui non escono molte persone. Soprattutto quando i negozi stanno per chiudere".


L'intervista prosegue quindi toccando più nel dettaglio il tema Inter: "Se mi guardo indietro, a due anni fa in Inghilterra, sono passato al top. Ora siamo i Campioni d'Italia e la sensazione è magnifica. La mia priorità ora è quella di godermi il momento, festeggiamo insieme ai compagni. L'amore dei tifosi qui in Italia è diverso: qui è più caldo e sentito rispetto all'Inghilterra, le persone qui esprimono davvero l'affetto per i giocatori e per la squadra. La scorsa stagione è stata fantastica. In occasione della finale di Europa League lo scorso anno ero molto triste, ma dai tifosi, nonostante la sconfitta contro il Siviglia, ho ricevuto affetto e comprensione. Allora ho capito che avrei dovuto fare tutto ciò che era in mio potere, da quel momento in avanti, per portare l'Inter alla vittoria, per poter aiutare la squadra, l'allenatore, i compagni. Le fake news? Voglio che la gente conosca il vero Romelu, non falsità. Per questo non intervengo troppo spesso e solo in occasioni ufficiali".


Il discorso passa quindi nuovamente a temi extra calcistici, su figure fondamentali nel percorso professionale e umano dell'attaccante: "L'elettricità percepita intorno a un uomo è importante anche per la sua anima, chi me lo ha insegnato? Mi è stato sufficiente osservare giganti come Michael Jordan: sempre impeccabile. Persino nel concedere le interviste dopo le partite: mai in tuta, mai sciatto, sempre in abito, perfetto e a suo agio. Anche Cristiano Ronaldo in questo senso è un esempio. O David Beckham, se vogliamo parlare del passato. A mio modo cerco di fare la stessa cosa. Voglio che mi si veda, che mi si senta. Che incontrandomi si pensi: questo è Lukaku. Jay Z? Penso che mi rappresenti, una persona fantastica con cui condivido momenti e messaggi importanti, in momenti decisivi. Quando presi la decisione di venire all'Inter ci incontrammo, mi diede il suo appoggio e mi incoraggiò nella mia scelta. Con lui sono in grado di sentirmi davvero me stesso. Quando abbiamo vinto lo scudetto è stato poi il primo a chiamarmi".


Nel discorso inerente al carattere è inevitabile la domanda sui momenti più accesi nel corso delle gare: "Li diventa un problema, perdere non mi piace. Divento ossessivo coi compagni, dico cose orribili e me le faccio dire a mia volta. Una brutta abitudine? Non penso, la reputo una cosa bella, mi tiene vivo. Anche col mister e lo stesso: lui mi urla dietro dalla panchina e appena segno sono io ad urlare dietro a lui. Gli dico "Ne vuoi un altro?", e cosi facendo mi carico e si carica. E una  competitivita interna: se manca, non si vince".
VIDEO - STEFANO SENSI NON MOLLA: DRIBBLING E CORSA, L'INTERISTA E' GIA' IN CAMPO
Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 01 luglio 2021 alle 19:51
Autore: Stefano Carnevale Schianca
vedi letture
Print