A gennaio dell'anno scorso si era presentata come l'isola che non c'era. Bologna si è trasformata da topos letterario ad incubo per i colori nerazzurri. Una cadenza ardua da agguantare. Thiago Motta è stato privilegiato dai suoi stessi codici e le folgoranti cornici interpretative. Sin da subito si era intuito che il lunch match del Dall'Ara avrebbe regalato qualche sorpresa negativa all'Inter. Le prospettive poco luminose e incastonate nella tanta pioggia scesa sul terreno di gioco, diventato locus amoenus per la truppa felsinea. Un luogo ideale basato su leggi interne, che Edoardo Bennato cantava nel suo mondo pacifico. Percezione e realtà non coesistono assolutamente: perché gli occhi osservano i punti nevralgici e condensano le orbite degli impulsi. Quelli nerazzurri stentano dalla metà campo in avanti: e quando Soriano colpisce la traversa dopo la parata di Onana, Inzaghi comprende che abbassare la guardia non è assolutamente modalità contemplata.

FATALE DAVVERO. Il mondo che c’è là fuori, oltre il mare, consiste in quel confine che divide l’isola dalle mille civiltà che popolano il nostro pianeta. Bologna è diventata un'isola felice per il popolo rossoblu, considerando il grande lavoro di Thiago Motta nella testa e nelle gambe di pedine che sanno (quasi) sempre quali sono le contingenze da sviluppare in campo. L'Arma letale diviene la scelta decisionale da operare: l'Inter non ci ha capito granché, soprattutto per la presunzione messa in campo all'atto pratico. Accompagnamenti frequenti all'azione offensiva, ripiegamenti in fase di non possesso: dov'è finita l'Inter che mette in campo queste caratteristiche? Nemmeno scandagliare il pericolo, ieri pomeriggio, è stato possibile. Energia in un approccio talmente poco energico da concedere il piatto delle possibilità ai trequartisti avversari.

L'ARCHIVIO DELLA PIOGGIA. Fatale davvero, dicevamo. Eh sì, perché le due vittorie di fila per il Bologna al Dall’Ara contro l’Inter sono già entrati negli archivi della storia. Dopo l’errore di Radu nella passata stagione, costato ai nerazzurri lo Scudetto, quest’anno è stato Orsolini a castigare la formazione nerazzurra. Non succedeva, pensate un po', dal 1999 che i felsinei vincessero due gare di fila in casa contro l’Inter. Non è solo il Dall'Ara a far preoccupare i nerazzurri, perché il campanello d'allarme diviene un appuntamento per evidenziare i passi falsi inzaghiani. 7 sconfitte in stagione sono davvero troppe. Il Napoli non ha mai avuto problemi alla gestione di questa vetta sempre più consolidata. Dietro i partenopei si è creato un vuoto profondo e inerosabile. L'archivio della pioggia bolognese deve essere posizionato nel cassetto: per ripartire in fretta già dal prossimo appuntamento.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 27 febbraio 2023 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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