"Io in campo non sono Dzeko. Io sono Edin, sono il bambino che ha cominciato a giocare perché non poteva fare a a meno di correre sotto casa dietro a un pallone. Ecco, per me è ancora questo il calcio: impazzisco quando vedo una palla". Il racconto è di Edin Dzeko, protagonista di una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport in edicola tra poche ore. Ecco un'anticipazione della rosea, in cui si parla ovviamente anche di Inter-Juventus: "È il derby d’Italia, sono in palio punti che pesano. Non c’è tanto da inventare: dobbiamo neutralizzare quello che loro fanno bene, ovvero i contropiede".


Chi perde rischia un distacco dalla vetta tra i 10 e i 13 punti: è già una partita decisiva?
"Il campionato non si vince a ottobre o a novembre, Inter e Juve lo sanno bene. Ma se perdi altri punti adesso, comincia a essere sempre più difficile recuperare".


Come si convive con l’eterno parallelismo con Lukaku?
"Lui qui ha fatto cose importanti, l’Inter deve dirgli grazie, ha portato uno scudetto assieme a Conte. Poi ha fatto la sua scelta. E io onestamente sono abituato a guardare avanti".




Si parla tanto delle differenze tra di voi. Ma c’è una cosa che avete in comune?
"Sì, il numero di maglia...".




Proseguiamo con i paralleli: Inzaghi ha qualcosa di Mou?
"Mou parte dalla solidità e poi sviluppa il suo gioco, Inzaghi ama di più il gioco offensivo".




Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 22 ottobre 2021 alle 00:43
Autore: Stefano Bertocchi
vedi letture
Print