Dejan Stankovic parla a SkySport della cessione dell'Inter da parte di Massimo Moratti e dalle sue parole vengono fuori parecchi aneddoti interessanti. "Sono felice di essere stato 10 anni qui con lui e non so come avrei reagito al suo addio nel caso fossi stato ancora un giocatore. Moratti è unico e servirebbero giorni per raccontare la sua bravura, la sua umiltà. Non ha mai dimostrato di essere il padrone, ma è stato sempre un amico in ogni momento, anche fuori dal calcio. Era amichevole nei rapporti, come un padre per tutti noi. Non c'era il tipico rapporto rapporto padrone-giocatore".

Eppure, qualche rammarico c'è. "Voleva vincere subito, ma c'era la pressione dei tifosi e delle altre concorrenti che vincevano. Magari qualche errore è stato fatto per questo motivo. Io arrivai nel gennaio 2004 e pian piano abbiamo costruito una grande Inter, vincendo i primi trofei. Poi sono arrivati i campionati e la Champions: siamo entrati nella storia. Ma io rivivrei anche tutte le sconfitte. La delusione maggiore credo sia stata la sconfitta col Villarreal: magari non avremmo vinto la coppa, però stavamo bene, eravamo forti e potevamo giocarcela meglio. Poi una delusione fu anche l'eliminazione con lo United con José Mourinho: ci rendemmo conto che ci mancava un pezzettino per chiudere il mosaico. E l'anno dopo si è visto subito che il mercato era stato azzeccato. Giocavano ogni tre giorni, l'obiettivo era lì e non potevamo mancarlo. José è stato perfetto negli ultimi 2-3 mesi in cui eravamo stanchi, cotti, con infortunati: lui ha trovato un equilibrio impressionante. Moratti sapeva bene quando farci pressione e quando scaricare. In quel momento, ci fu vicino con tranquillità, senza riunioni particolari. Si chiacchierava di qualsiasi cosa e non solo di quel momento calcistico".

E arriva il momento dei ringraziamenti. "All'Inter ho imparato a soffrire, anche nel modo particolare di un interista: sarò orgoglioso per sempre di questo e ringrazio Moratti per la possibilità che mi ha concesso. Il primo incontro con Moratti come presidente avvenne quando erano passate 2 settimane dal mio arrivo, in un ritiro punitivo dopo aver perso in casa col Brescia. Pensavo a un Moratti arrabbiato, io ero con la testa bassa. Invece lui ci tirò su in maniera incredibile: pelle d'oca, pensai davvero che fosse unico. Ora mi auguro che il nuovo presidente si avvicini almeno al livello di Moratti, ma sarà difficile sostituire uno come lui".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 02 gennaio 2014 alle 14:15 / Fonte: Sky
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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