Fermi tutti, si cambia. In una notte, il sogno Lucas è svanito. Un'accelerata di raro spessore, naturalmente favorita dai faraonici milioni di Nasser Al-Khelaifi. Che Paris Saint-Germain sia, non si poteva competere. Massimo Moratti sorride sereno, quasi felice di uscire da una trattativa che con gli sceicchi di mezzo non era possibile chiudere, seppure fossimo "vicini come cifra", parola del presidente. L'Inter si rifà il look, allora. E se non arrivano occasioni giuste per l'esterno, il cambio di modulo può diventare realtà.

Da 4-2-3-1 a 4-3-2-1, proprio come nell'ultimo impegno contro l'Hajduk. Stramaccioni ha sempre dato la massima disponibilità, fin dal primo giorno a Pinzolo. A un patto: i tre davanti sono legge e non si toccano, esattamente come i quattro in difesa. In mezzo, si può inventare qualcosa. Se esterno d'attacco non dovesse essere, dunque, l'ipotesi albero di Natale potrebbe decollare, senza escludere naturalmente altri moduli in corsa, perché il 4-2-3-1 è sempre proponibile con Coutinho e Palacio più larghi e Sneijder dietro a Milito. Strama sa cambiare e ne fa un punto di forza. Ma un riferimento tattico serve.

Attenzione, però. Perché dal 4-3-3 al 4-3-2-1, giocare con tre elementi in mediana vuol dire dover avere almeno un play maker di qualità. Un metronomo che abbia visione di giooc, qualità, ritmo. Un compito che solo marginalmente può essere affidato a Esteban Cambiasso. Insomma, il Cuchu e Guarin al fianco di un regista - con i vari Mudingayi, Obi, Stankovic, Mariga e il possibile Zanetti avanzato da alternative - sarebbero un quadro perfetto. Ma se si dovesse decidere di andare dritti su questa via, il metronomo si porrebbe come necessità assoluta. Per non lasciare la squadra allo sbaraglio come nel post Thiago Motta, quando Ranieri si ritrovò a dover fare di Palombo (sigh) il suo regista. Impossibile.

Un metronomo, regista o comunque una luce in mezzo al campo a quest'Inter serve come il pane. Adesso più che mai, perché nel 4-2-3-1 era logico pensare a Cambiasso e Guarin con un possibile innesto di quantità. Ora però serve la qualità, se possibile abbinata anche a una dose di ritmo. Freschezza, concretezza, piedi buoni. I nomi non sono tantissimi, il top sarebbe Yann M'Vila: nel mediocre Europeo francese, una nota lieta. Sembrava dovesse andare dovunque, dall'Arsenal al Real fino alla Luna, alla fine è rimasto al Rennes. Chissà che non possa diventare un'occasione.

Di nomi, comunque, ne circolano diversi. Adesso sarà tempo di agire in base alle scelte tattiche, già parzialmente definite come linee guida nel Concilio di ieri. Non resta che agire. Perché con un metronomo serio, un terzino di spessore e un vice-Milito, ci si può quantomeno divertire. Staremo a vedere, aspettando eventualmente un regista. Prima di tutto, se si vuole davvero cambiare strada tattica. Ciak, si gira...

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 agosto 2012 alle 14:00
Autore: Fabrizio Romano
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