Ospite dell'ottava puntata di "InterNOS", in onda su Inter Channel questa sera alle 21.00, Esteban Cambiasso si sofferma inizialmente sugli stimoli da trovare per fare il lavoro del calciatore: "Arrivano dal fatto di sapere che questo mestiere che facciamo è quello che sogniamo di fare da sempre. La cosa più sciocca che sento dire di frequente è quella secondo la quale gli sportivi ormai diventati campioni hanno la pancia piena e pochi stimoli per continuare a vincere. Guardate Messi o Nadal. Lo stimolo arriva dal fare tutto quello che hai sempre sognato".

Dal presente al futuro, si arriva a parlare di quello che sarà Esteban Cambiasso: "Mi sento parte di questo Club, lo sanno tutti quelli che sono intorno a me. E' impensabile dimenticare tutto quello che ho vissuto e che sto vivendo con e grazie a questi colori. Sarò sempre parte di questa Società e di questa famiglia. Io allenatore? Tutti mi vedono così ora, ma poi il ruolo di allenatore ha a che fare con una marea di cose che non sono semplici. Di sicuro, qualsiasi cosa andrò a fare sono consapevole sarà qualcosa che ho raggiunto guadagnandomela, non perchè sono stato un bravo calciatore. Se dovessi scegliere un mio vice? Queste sono scelte di vita. Potrei ipotizzare di lavorare con mio fratello, ma lui vive in Argentina, o se dovessi pensare a qualcuno dei miei compagni dico che con Diego (ndr, Milito) potrei lavorare tranquillamente perchè pensiamo in modo simile il calcio, ma siamo diverse come persone e questo è fondamentale. Potrebbe essere anche Pupi (ndr, Zanetti), ma non per primo o secondo, per lavorare insieme".

Si punta a un posto Champions? "Noi vogliamo stare più in alto possibile. Abbiamo tanta voglia di fare bene e in una Società come questa fare bene significa arrivare più in alto possibile. Certamente, per come sono fatto io non verrò mai a dire arriveremo qui o arriveremo li. Posso dire che ce la metteremo tutta".

E a proposito di Champions, inevitabile che il pensiero torni a quel periodo prima di Inter-Bayern Monaco, quando a tutti sembrava pressochè impossibile che l'Inter di Josè Mourinho avrebbe potutto perdere quella partita: "Ci sono state situazioni che ci hanno reso consapevoli di avere tanta forza. Quello che posso dire, e che nel tempo hanno detto anche il Presidente e i miei compagni, è che sicuramente abbiamo vissuto peggio la settimana pre-Siena rispetto a quella prima della partita a Madrid perché il Siena non aveva nulla da perdere, era già retrocesso, mentre a Madrid si affrontavano due squadre alla pari. Che emozione ho provato quando ho vinto la Champions? E' stato un traguardo, un'emozione ancora più grande perchè sapevo quanto ci tenevano tutti i tifosi, io l'aspettavo da 15 anni ma c'era chi l'aspettava da 45 anni".

Lo stesso Cambiasso, in alcune interviste recenti aveva detto che "ora i giocatori sanno sempre che cosa fare in campo". Oggi al Cuchu viene chiesto se questa sua frase implicasse in qualche modo dire che nel post Mourinho non lo sapessero. "Mazzarri, a differenza degli altri allenatori che abbiamo avuto, magari Gasperini ma è stato poco tempo e io anche perché ho fatto poco ritiro con la squadra dopo la Copa America, è un allenatore che ha il suo sistema di gioco e adatta i suoi giocatori a quel sistema al quale lui crede da 12 anni. Gli altri sono allenatori che hanno adattato i propri pensieri di calcio ai giocatori che avevano e magari si faceva pià fatica. Mazzarri sa che la sua ala destra fa quello, che il suo interno destro fa quello e che il suo metodista fa quello. Non era parlare male di nessuno. Mazzarri è molto più fissato sulle sue esperienze e sul suo credo di calcio. Non si tratta di autorità o meno, né di dire che prima non c'era e adesso no, è un discorso tattico. Le squadre di Mazzarri credo abbiano avuto sempre una propria identità precisa".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 13 novembre 2013 alle 17:58 / Fonte: Inter.it
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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