Sarà banale, ma piove sul bagnato in casa Inter. L'ennesima sconfitta patita in questo finora annus horribilis conferma le palesi difficoltà che questo gruppo sta vivendo. Non manca la volontà, ma rispetto ai primi due mesi di stagione la porta avversaria è diventata piccola piccola mentre i black-out dal punto di vista della concentrazione aumentano. Subire un gol come quello di Antonelli a una manciata di minuti dalla fine è puro autolesionismo. Non foss'altro perché l'esterno difficilmente verrà mai ricordato come un ariete d'area di rigore. Sia chiaro, non è stato l'unico svarione dietro, più di una volta Feftatzidis ha messo in croce Juan & Co., ribadendo le enormi difficoltà attraversate finora dal pacchetto arretrato. E a centrocampo non è che la situazione sia migliore, così come l'aumento da una a due punte ha prodotto dividendi pari a zero. In parole povere, non funziona nulla in questo momento. Nulla di rotto, ma diverse funzionalità andrebbero riparate e Mazzarri sta facendo fatica in questo periodo a trovare le cause dei bug.

NESSUNA SCUSA - Fa di certo più male perdere così contro Gasperini, vuoi per le sue dichiarazioni mai gentili nei confronti dell'Inter (comprensibile), vuoi soprattutto l'uscita infelice su Calciopoli di due giorni prima. La voglia di fargli rimangiare tutto era tanta, ma non si è tradotta in gioco e risultato. Tra l'altro, considerando il terzetto difensivo sperimentale proposto dal Genoa il rimpianto aumenta, così come le giustificazioni scemano. Neanche appellarsi al terreno di gioco bagnato e ai limiti della praticabilità serve, perché ha frenato i nerazzurri quanto i padroni di casa, con Gilardino imbavagliato più dalle pozzanghere che dai difensori avversari. Sicuramente, in tutti i sensi, questa Inter è rimasta impantanata ancora una volta. Le opportunità da gol non sono mancate ma creare non serve a nulla se non si concretizza. E la dipendenza da Palacio si nota ancora di più quando el Trenza, e capita da 4 turni, va in bianco.

SCELTA SBAGLIATA - In tutto ciò, Mazzarri è anche sfortunato. Perché la sua Inter inizia bene e dà l'idea, nei primi 20-25 minuti, di poter colpire in qualsiasi momento. Merito di un Alvarez ispirato, che parte in contropiede, alza la testa e si rivela un osso duro per De Maio e compagni. Poi, però, un colpo al ginocchio pone fine alla sua trasferta e offre la chance a Kovacic, preferito a Guarin. Scelta infelice, perché su un terreno così malmesso e privo del carattere da lottatori fondamentali in pomeriggi all'inglese come questi, il croato non riesce a esprimere le qualità tecniche che tutti gli riconoscono. Non a caso, il Guaro ha dimostrato che la sua fisicità avrebbe fatto più comodo, con un impatto che smentisce chi lo considera demotivato e con la testa altrove. Prendere nota in chiave di mercato, che per fortuna questo mese non ce lo porterà via.

INFLUENZE POSITIVE - Questo inizio di 2014 da incubo arriva paradossalmente a fagiolo, perché consente di intervenire in corsa proprio in sede di campagna acquisti. In linea di massima, è così che dovrebbe andare. Ma ormai, più che una sensazione, è un dato di fatto: questa rosa dovrà cavarsela con le proprie forze anche nel girone di ritorno, perché al di là di qualche piccolo aggiustamento e salvo cessione importante, non verrà resa molto più competitiva. La beffa è che valutando le difficoltà a concretizzare in zona gol palesate dai nerazzurri, fa quasi ridere che giocatori come Hernanes, Morata e Matri, accostati all'Inter, abbiano fatto centro nelle ultime ore. E se i vari D'Ambrosio, Borriello, Osvaldo o altri ipotetici obiettivi avessero giocato, il destino avrebbe regalato gioie anche per loro. Un tempo gli obiettivi nerazzurri si infortunavano, ora vanno in gol. E se il pensiero va a Eto'o che ne fa tre allo United, la depressione aumenta...

CATARATTE IMPROVVISE - Non funga da giustificazione, ma anche il bravo Rizzoli, che ci rappresenterà al Mondiale in Brasile, dirigendo l'Inter viene colto da improvvisa cataratta, patologia rara (sembra che contagi soprattutto la classe arbitrale) che offusca la vista per pochi secondi, giusto quelli in cui si verifica un'azione da rigore in favore dei nerazzurri. Il fischietto di Bologna, al 74', non riesce a causa dell'inatteso problema oculistico a intravedere un evidente fallo di mano di Cofie nella propria area, che sarebbe costato al centrocampista la seconda ammonizione e al Genoa un rigore contro a un quarto d'ora dalla fine, sullo 0-0. Ormai non resta che riderci su, perché infuriarsi non serve a nulla. Né mantenere un ostile silenzio evitando di commentare, la strategia per cui Mazzarri ha optato. Siamo alle solite, la sconfitta e la mancanza di concretezza confusionaria dell'Inter faranno passare inosservato l'episodio. E Rizzoli, rimessosi subito dalla cataratta improvvisa, potrà continuar a festeggiare la convocazione al Mondiale. Lì però si faccia visitare, certe sviste non si mischieranno nel calderone.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 gennaio 2014 alle 21:55
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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