Attaccante raffinato, grande promessa in Brasile che però in Italia non è stato molto fortunato. Doppio ex di Inter e Napoli. Caio Ribeiro Decoussau, meglio noto semplicemente come Caio, in esclusiva per FcInterNews.it ripercorre la sua carriera nel Bel Paese e si espone sul big match di domenica sera a San Siro.
Oggi di cosa si occupa?
"Lavoro per Globo. Possiamo dire di essere colleghi".
Cosa le viene in mente del suo periodo in Italia?
"Nutro ricordi molti piacevoli. È stata la prima volta che sono andato via dal mio Paese. Sono molto grato all’Inter per avermi aperto le porte dell’Europa. Poi mi sono trasferito a Napoli dove sono rimasto molto meno di quello che avrei voluto. Solo un anno. Ma è stato incredibile, sia in campo che fuori".
Tra Milano e Napoli quale città le piaceva di più?
"Non è facile fare un paragone. Sono molto diverse. Quando sono arrivato nel capoluogo meneghino non parlavo italiano (lingua con cui oggi si esprime alla grande, ndr). Sono stato accolto benissimo e ho fatto immediatamente amicizia. Fin da subito compagni come Pagliuca, Berti o Zanetti mi hanno aiutato nel mio ambientamento. Ma chiaramente all’inizio la comunicazione era difficile. A Napoli invece già capivo meglio anche la vostra cultura. Quindi è per questo che penso di essermi trovato meglio in Campania. Milano è più simile a San Paolo, per lo shopping e per il lavoro. Con persone un po’ più chiuse. Napoli invece la paragonerei a Rio. Gente calorosa che ti trasmette il proprio affetto. Ero uno di loro dopo solo una settimana. Mi sembrava di essere tornato in Brasile".
Poi c’è il lato sportivo…
"L’Inter è stata sempre corretta con me. Mi hanno preso e spiegato che mi avrebbero dato tempo per imparare la lingua e ambientarmi. Nei primi mesi avrei dovuto capire il modo di giocare in Serie A e solo nell’annata successiva essere schierato con continuità. Il problema però è stato che ho perso le Olimpiadi e questo mi ha fatto molto male. A dire il vero non ho mai giocato con i nerazzurri. Duecento allenamenti e pochissime presenze. Quando mi dicono che ho fatto una brutta figura a Milano rispondo di non essere praticamente mai sceso in campo. Mi sarebbe servita maggiore continuità e la possibilità di dimostrare il mio valore. Quella che Roy Hodgson, il mister ai miei tempi della Beneamata, non mi ha mai concesso".
Segue ancora Inter e Napoli?
"Certo. Apprezzo particolarmente gli Azzurri. Una compagine che gioca a calcio alla grande. Allan, Hamsik e Jorginho stanno disputando da tempo grandi stagioni. Ammiro la proposta di Sarri. L’Inter è più fisica e grintosa invece. Un team che ha iniziato bene l’annata, poi è calato. Serve tempo per tornare grandi, forse due anni. Ci sono ancora top player, vedi Miranda, Candreva e Icardi. C’è molto ancora da lavorare come squadra. Senza la palla sono forti, con la palla non riescono a imporre il proprio gioco, soprattutto contro le rivali".
Secondo lei il Napoli può vincere il campionato e l’Inter arrivare in Champions?
"Sinceramente credo che il Tricolore verrà conquistato ancora una volta dalla Juventus. I bianconeri hanno due squadre. Il Napoli ha 12/13 grandi giocatori. Ma quando mancano Mertens o Insigne si sente la differenza. La Juve no. Vince con il turnover anche a Firenze o a Roma contro la Lazio. Questa è la diversità maggiore. Poi se dovessi sbagliarmi ho fatto una promessa a mio figlio: qualora il Napoli, all’ultima giornata di campionato, fosse in lotta per lo scudetto, prenderei il volo con lui per l’Italia e seguire l’ultima gara degli Azzurri. Sull’Inter invece credo che abbia tutte le carte in regola per arrivare quarta, dopo Juve, Napoli e Roma".
Lei è più interista o napoletano?
"Oggi sono un po’ più napoletano. Resto grato ai nerazzurri per come sono stato accolto da Moratti, un grande Presidente, e dai miei ex compagni di squadra. Non dimentico che siano stati loro ad avermi portato nel Vecchio Continente. Ma non essere andato alle Olimpiadi è stata una grande delusione. Nulla contro l’Inter. Tifo per l’Inter sempre, ad eccezione di quando gioca contro il Napoli. Ma Hodgson davvero non mi ha fatto mai giocare. A Napoli invece fin da subito ho trovato un grande ambiente e hanno creduto in me".
Mi sembra ci siano grosse similitudini tra quello che mi racconta e quanto successo a Gabigol…
"Gabriel gioca più o meno nella posizione di Icardi. E questo è un problema perché Mauro per me è uno degli attaccanti top a livello Mondiale. Ma Barbosa avrebbe potuto anche essere schierato al suo fianco. Non ho capito perché non sia mai praticamente sceso in campo. L’ho visto giocare anche sulla fascia, destra o sinistra. È vero che Gabigol deve migliorare il suo gioco senza palla e in Italia c’è molta tattica e non puoi distrarti un attimo. In più l’Inter non è un team così offensivo. Ma per me avrebbe potuto fare bene. Magari potrà riscattarsi in futuro dato che il suo cartellino è sempre della società di Corso Vittorio Emanuele. Può tornare, ma non è facile giocare in Italia. Deve imparare a giocare senza la palla e trovare un allenatore che gli voglia bene, che lo faccia giocare 5-6 partite di fila. Gli dia continuità e punti su di lui. Se invece giocasse solo pochi spezzoni non potrà imporsi con la casacca del Biscione".
Chi vince domenica tra Inter e Napoli?
"È difficile, credo finirà pari. Vedo una partita equilibrata, con pochi gol".
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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