Strano pareggio, anomalo e incongruo con l’andamento di un match che l’Inter alla fine avrebbe meritato di vincere. Due squadre che hanno navigato a vista lottando contro le distrazioni del mercato per Dzeko e Nainggolan, l’arrivo di Lisandro Lopez e Rafinha, oltre ai difetti di fabbricazione che la sosta non ha rimediato. L’unico elemento che sembra essere tornato su standard accettabili è la forma fisica.

Ci sono anomalie nella composizione di una squadra con paurosi vuoti di talento e altri in cui il livello è, prescindendo dalla prestazione contro i giallorossi, molto alto. Andiamo per ordine. Il primo tempo dell’Inter è anomalo perché la squadra è in partita ma subisce il pressing alto dei giallorossi e commette errori in fase di rilancio. Le sbavature ci sono anche nella Roma e la partita offre le prime occasioni. La più clamorosa, dopo il colpo di testa di Perisic a lato su un ottimo cross di Cancelo, è quella che capita all’Inter con Perisic in area che esita imperdonabilmente e tira dopo un dribbling di troppo in bocca ad Allison, ribattendo su Borja Valero che senza istino killer cerca di sistemarsela e viene impattato. Bene Icardi, fermato in area con una spallata, dopo un’ottima giocata.

Improvvisamente e inspiegabilmente arriva il gol della Roma, grazie ad un lancio che trova impreparata la linea della difesa nerazzurra e, più di tutti, Santon che con un colpo di tesa all’indietro sciagurato serve invece El Shaarawy omaggiandolo di un assist che trasforma in gol con una discesa a rete che Handanovic non è in grado di leggere al meglio. Il gol è incongruo con il tipo di partita che si sta disputando, la Roma gioca con intensità ma non crea molto, mentre l’Inter sembra più pericolosa. Invece arriva questa rete nata da un infortunio difensivo che crea un solco e restituisce alla squadra di Di Francesco quel debito alla fortuna maturato nella gara d’andata. Male Santon dunque ma anche Gagliardini, fuori partita e sprovvisto di mezzi tecnici per supportare Borja Valero e un Vecino modesto nella sua proposta di gioco.

Nel secondo tempo entra Brozovic al posto di Gagliardini, la Roma per venti minuti amministra, rallenta e cerca di approfittare di eventuali incertezze nerazzurre ma senza mai affondare. L’Inter si fa imbrigliare e non sa trovare la scintilla. Tutto procede in un grigiore irritante fino a quando Cancelo cade in area incomprensibilmente. Se avesse proseguito l’azione avrebbe trovato la gamba del difensore romanista e il rigore sarebbe stato inevitabile. Scelta sbagliata. Eppure da quel momento la squadra si sveglia e inizia a macinare calcio, aumentando il ritmo e liberandosi dalla pressione degli avversari. Alisson salva tutto e Icardi viene stoppato dal portiere e dal palo con la netta sensazione di una partita stregata.

Quando entra Dalbert al posto di Santon si assiste inermi alla prestazione di un giocatore allo sbaraglio che vorremmo smentisse la sua cattiva reputazione e invece la accentua con giocate tecnicamente inguardabili, specie per un club che ambisce a traguardi prestigiosi. In via di rassegnazione per una partita maldestra eppure piena di rimpianti e con un dominio finale, arriva il gol di Vecino su cross di Perisic. Non c’è il tempo e il modo per cercare il 2-1, perché la Roma torna a pressare alto e l’Inter non ha attualmente i mezzi per aggirare questo ostacolo.

L’1-1 è accettabile, almeno fino a mercoledì, quando la Lazio prenderà probabilmente il largo battendo l’Udinese e la Roma che andrà a recuperare la sua partita contro la Samp, avrà l’occasione di avvicinare o agganciare la squadra di Spalletti. L’Inter questa partita poteva e doveva vincerla ma ha sbagliato tanto e ha giocato con poca intensità per larghi tratti, affidandosi a giocate individuali, smarrendo il centrocampo. Vedere Icardi che si lamenta con i compagni di questo reparto che non riescono a leggere i suoi movimenti e lo servono poco o male, Perisic che chiede animatamente a Santon di avanzare e questo che tardivamente si convince, rallentando l’azione, sempre Perisic che chiede altrettanto a Cancelo, osservare Gagliardini che tenta dialoghi banali con Vecino, servendo palloni in orizzontale, senza mai superare l’uomo, con B. Valero in una zona in cui non riesce a fare il suo vero mestiere di smistatore e Candreva che tenta percussioni isolate, mostra un problema acclarato, risolvibile solo in sede di una o due sessioni di calciomercato, con i soldi.

Ci sono giocatori che hanno pensieri e modelli di gioco del tutto diversi, disarmonici dal tipo di gioco che l’Inter cerca di imbastire. Undici uomini che giocano insieme ma con idee differenti nelle soluzioni dei movimenti. Ausilio e Sabatini stanno facendo mercato a colpi di prestiti e sono stati bravi a portare due giocatori dal livello da valutare. Ci sarebbe bisogno anche di Suning, che non permette di portare Ramires dalla Cina all’Italia perché l’Inter non è più importante dello Jiangsu nell’amministrazione ordinaria e al momento è protetta dal paravento del fair play finanziario.

L’Inter se la giocherà per la Champions, ha campioni come Icardi e Skriniar, talenti come Perisic e un grande allenatore. Ha però anche ruoli scopertissimi che dovranno essere tamponati per tutta la stagione. Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 gennaio 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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