Addirittura il 75%. Tanto, tantissimo considerato che il buon senso invitava a non superare il 40-45% onde evitare scioccanti scossoni all'interno e all'esterno della società. Massimo Moratti nega, sembra che questa trattativa esista solo sulle prime pagine dei giornali e lui non ne sappia nulla. Certo è che quanto pubblicato non può essere preso per oro colato, ma è altrettanto evidente che la questione stia evolvendo. I ben informati sostengono che le parti siano d'accordo da settimane, sul tavolo ci sarebbero solo gli ultimi dettagli da far combaciare. Poi sarà tempo di annunci. Insomma, agli albori di agosto l'FC Internazionale, dopo oltre 105 anni di gestione italica da Giovanni Paramithiotti in avanti, potrebbe finire nelle mani di uno straniero.

L'interista non dovrebbe preoccuparsi di questo dettaglio, l'esterofilia è sin dalle origini del club una prerogativa dello stesso. Ma ciò che più sorprenderebbe di questo epilogo è il passaggio del testimone da Moratti a un altro imprenditore, ironia della sorte il Berlusconi indonesiano. Al di là della leggendaria Inter di Helenio Herrera, da quasi vent'anni il nerazzurro è legato al nome della famiglia Moratti, che ha riallacciato i rapporti con il suo grande amore e, nella persona di Massimo, ha riportato dopo tanti anni la squadra sul tetto del mondo. Un sodalizio solido, impossibile emotivamente da spezzare.

Neanche Erik Thohir potrebbe riuscirvi, perché nell'immaginario collettivo la Famiglia e l'Inter saranno un binomio inscindibile, un'unica entità. Non esiste vero tifoso interista che metterebbe da parte Massimo, perché l'infinita riconoscenza non può essere offuscata da un periodo di delusioni post-scorpacciata. "Ora e sempre Moratti presidente" è uno degli slogan più in voga tra i sostenitori della Beneamata e non sarà un cambio di gestione a eclissare questo pensiero. Pragmaticamente, l'arrivo di denaro fresco non può che rallegrare l'ambiente interista, ma a che prezzo? L'unico errore da non commettere è cedere, oltre alle quote societarie, la propria identità. E le notizie che vogliono la conferma della poltrona di presidente a chi la sta occupando attualmente sono rassicuranti.

Solo Massimo Moratti sa interpretare nel modo giusto questo ruolo. Lui sa cosa ha provato e cosa cova dentro di sé il tifoso dell'Inter. Sa cosa i colori nerazzurri rappresentano per milioni di persone da oltre cent'anni. Sa quanto male possa fare sentirsi derubati dopo anni di fatiche e quanto possa essere esaltante prendersi le giuste rivincite. Sa quanto sia difficile ma al contempo stimolante avere una fede inesauribile in qualcosa che gli altri possono solo invidiare. Sa quanto pesi sulla propria coscienza commettere un errore di valutazione pur se originato da troppo amore. Sa quanto sia doloroso convivere con la voglia di riportare la propria squadra ai massimi livelli e l'impossibilità di farlo come in passato. Sa, oggi, cosa significhi dover passare la mano e un pezzo di cuore a chi, si spera, sarà in grado di realizzare il proprio desiderio, comune a tutti i tifosi. Dei quali, non è retorica, è sempre stato il primo e sempre lo sarà, da padrone di casa o semplice rappresentante di terzi.

Attendo dunque novità importanti su questo fronte, perché rivedere l'Inter ad alto livello è una necessità, non un semplice desiderio. Ma avrebbe un sapore insipido se ad adempiere a questo compito non ci fosse ancora il vero capo ultrà nerazzurro.

 

P.S. - Nel momento in cui scrivo Mauricio Isla è stato tolto dal mercato dalla Juventus. Situazione grottesca, così come lo è una trattativa con una dirigenza che in campagna acquisti ha dimostrato più di una volta di non avere un'etica (si chieda a Pradè, ndr). Mi spiace per il giocatore, che verrebbe anche a piedi all'Inter, ma davvero sarebbe il caso di lasciarglielo a libro paga una volta per tutte.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 luglio 2013 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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