L’avevamo chiamata  “la sconfitta della svolta” e non ci siamo andati molto lontani, almeno per il momento. Senza gufare, contro il Genoa la squadra ha confermato i progressi di Napoli e soprattutto ha  sottolineato quello che sta prendendo sempre più i connotati di un grande colpo di mercato: Adem Ljajc, “la rivincita della faccia da schiaffi”. Il fantasista irriverente, da quando ha visto Delio Rossi, contribuendo al suo siluramento con un assist delizioso dal sapore di vendetta per Mauro Icardi a Bologna, praticamente non si è più fermato. Confesso che anche io ero abbastanza scettico sull’arrivo del grande amico di Jojo, non sulle sue qualità, indiscutibili, ma perché avevo capito quanto potesse essere determinante un Eder nella sua stagione di grazia, con Ljajic che in un primo momento sembrava solo una seconda scelta last minute del mercato.

Mancini invece, dopo un inizio in sordina di un rapporto potenzialmente esplosivo, è riuscito a toccare le corde giuste e pian piano ha dato sempre più fiducia all’ex Roma e Fiorentina, tanto che nella capitale in tanti si stanno già mangiando le mani per come Garcia e Sabatini abbiano scaricato lui e non il deludente Iturbe. Ada invece, come lo chiama Mancini urlando dalla panchina, con uno spirito di sacrificio mai visto, prima si è messo a  fare il terzino senza fiatare e correndo come non mai in tutta la sua carriera, poi ha cominciato a sfornare assist-cioccolatini per i compagni, per finire con un ritorno al gol con due reti importantissime. Non bisogna però pensare che Ljajic sia sufficiente, adesso bisogna recuperare al più presto Mauro Icardi e i suoi gol: se l’Inter vuole veramente puntare allo scudetto non può farlo senza il suo capocannoniere e neanche senza Jovetic, anche lui lontano dai picchi di inizio stagione. 

Adesso mancano solo due partite prima delle vacanze di Natale e l’Inter, grazie al regalissimo del Napoli, è ancora prima da sola, un vantaggio che non si può assolutamente sprecare, anche perché la prossima giornata potrebbe favorire ancora i nerazzurri, che però non devono fallire l’odiosa trasferta di Udine, spesso finita indigesta, e la sfida pre-natalizia con la Lazio a San Siro. Due partite da non sbagliare per mantenere in vita il Sogno e convincere Erick Thohir a regalare ancora un paio di ciliegine per attrezzare l’Inter al livello delle più forti, così da non sentire più Robimancio ripetere che "le altre sono più attrezzate” e continuare così a correre ad armi pari fino alla fine, sperando che il fantasista con la faccia da schiaffi non la finisca più di sorprenderci.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 11 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
vedi letture
Print