È arrivata finalmente, come un frutto esotico che non si assaggia da tanto, troppo tempo, la vittoria. Quella adatta ad ammutolire qualunque cosa sia stata detta sino ad oggi, riguardo a giocatori logori, ciclo finito, e ancora le critiche fritte e rifritte nei confronti di giocatori che fino a due anni fa erano i campioni d'Europa. Perché i nerazzurri scesi in campo a Bologna sembrano i cugini lontanissimi di quelli visti nelle precedenti giornate. Al Dall'Ara l'Inter ha dimostrato di possedere ancora un'anima. L'anima delle grandi, dell'Inter vincente, che non si arrende nemmeno di fronte alle palesi ingiustizie arbitrali. Anzi, preferisco definirlo errore il clamoroso e inesistente penalty che ha permesso ai rossoblù di pareggiare la partita. Una svista, quella del signor Tagliavento, che avrebbe potuto tagliare le gambe all'Inter di Ranieri e che invece l'ha portata a ritrovare forza e orgoglio per tornare a lottare e riprendersi ciò di cui era stata ingiustamente derubata, la vittoria.

Ma questo successo, atteso tanto a lungo dal popolo nerazzurro, porta indubbiamente la firma del tecnico romano, autore dopo soli tre giorni da quando è arrivato a Milano di un prodigio calcistico. Ranieri mette in campo un'Inter lucida, ordinata, con un 4-4-2 che esalta il gioco degli attaccanti nerazzurri e perfetto per tamponare le offensive del Bologna. Roba che sembra quasi non si veda da secoli. Pochi i pericoli avanzati verso la porta di Julio Cesar, a parte quel Di Vaio dimenticato nel primo tempo che ha graziato, tirando fuori, il portierone brasiliano. Difesa mai scomposta, e aiutata dai puntuali rientri dei centrocampisti sia in mezzo così come sulle fasce. Una lode va quindi fatta al lavoro di Obi e, soprattutto, Coutinho, sacrificato nel ruolo di esterno destro. Il baby brasiliano torna con continuità, è sempre presente nelle offensive della manovra nerazzurra e va anche vicinissimo al gol con una conclusione angolata che sfiora il palo della porta di Gillet. Lo stesso palo su cui poco prima si era infranto il sinistro di Forlan. Tanti spunti e iniziative che già lasciavano intravedere un'Inter trasformata rispetto a quella degli scorsi match.

Il gol era nell'aria e porta la firma della rinascita. Gianpaolo Pazzini, mai titolare in campionato nella precedente gestione di Gasperini, ci mette un niente per stoppare l'assist al volo di Cambiasso, servito da un'incantevole giocata di Forlan, e mirare lì dove Gillet, seppure intervenuto con i guantoni, non può impedire che la palla si insacchi. La ripresa si apre con l'Inter in vantaggio, sembra quasi una novità al giorno d'oggi. L'architetto Ranieri sceglie di sostituire Cou con Jonathan, scelta che porta l'Inter a spingere meno da quelle parti, mentre nella corsia sinistra uscirà Obi per fare spazio a Muntari. È anche vero che il Bologna del secondo tempo appare più aggressivo e combattivo quando attacca con forza alla ricerca del pareggio. Già Julio Cesar aveva dovuto fare gli straordinari volando su un colpo di testa di Di Vaio e su una punizione di Diamanti. Gli innesti sono la linfa che necessita la squadra per riprendere compattezza. Al 66', però, accade l'imprevisto. Uno dei più banali contatti in area di rigore - se ne vedono a decine in ogni partita - , tra Samuel e Portanova, costa ai nerazzurri la rete del pari, siglato dagli undici metri da Diamanti.

Anche stavolta sembra abbattersi sull'Inter l'inesorabile sfortuna, se questa è la definizione politically correct attribuita ai continui errori arbitrali commessi ai danni dei nerazzurri. Ma stavolta non è né l'Inter di Palermo, né quella vista contro Trabzonspor , Roma e Novara. Stavolta è l'Inter di Claudio Ranieri. In conferenza stampa il tecnico aveva detto che due campioni come Milito e Pazzini possono benissimo giocare insieme. Detto, fatto. Fuori Forlan, in campo il Principe, sostituzione azzeccatissima che incanala l'Inter verso il primo successo della stagione. Servito da una giocata del Pazzo su un corridoio di Cambiasso, leader riscoperto anche in chiave assist, Diego subisce l'intervento falloso di Cassarini: rigore e cartellino rosso al terzino del Bologna. Dal dischetto l'argentino non sbaglia e regala il 2-1 alla formazione nerazzurra. Partita in discesa con l'uomo in più, coronata dal terzo gol di Lucio, che di testa finalizza il cross su punizione di Muntari. Anche il ghanese è un'altra delle scommesse di Ranieri. Ma se questo è lo spirito, i singoli passano in secondo piano. Chapeau al tecnico che è riuscito in pochi giorni a rinfiammare  la squadra nerazzurra. Oggi finalmente è arrivata la vittoria e porta la firma di Ranieri, ma anche di Julio Cesar, Coutinho, Cambiasso, Pazzini, insomma, di tutta l'Inter, rinata con il tecnico romano. Finalmente, posso dirlo, ho rivisto in campo l'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 25 settembre 2011 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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