Come rovinare una prima parte di stagione e il Natale interista con una partita sciagurata, stupida, zeppa di errori tecnici e un ritorno in partita isterico. Se l’Inter non può vincere lo scudetto non è solo per aver rimesso in gioco tutte (ma proprio tutte) le inseguitrici ma anche per come affronta alcune partite e le perde contro sé stessa. A inizio gara si è mormorato per la diciassettesima volta che Mancini avesse sbagliato formazione. Può darsi che l’abbia sempre sbagliata e gli sia andata bene, come ama ripetere il tifoso che sottostima il tecnico. Quello che è parso evidente è che questa squadra, nonostante la fame, non è abituata a vincere, ha una mentalità umile ma non appena la smarrisce, come in questi giorni, gioca (si fa per dire) gare sconcertanti in cui ci sono giocatori che fanno errori dilettanteschi. 

Le attività festaiole della scorsa settimana hanno mostrato una squadra con la testa in vacanza e hanno demolito il vantaggio faticosamente acquisito per una totale assenza di mentalità. Quella che porterà la Juventus a vincerlo anche quest’anno (eh si), con la complicità di un'Inter che ai primi complimenti si concede partite come quelle con Lazio e Fiorentina. Il primo tempo di Inter-Lazio è iniziato con un alleggerimento per Handanovic, il quale con una quasi papera, ha presentato la partita per come effettivamente sarebbe stata. Gli è andata bene ma, pochi istanti più tardi, è arrivato il gol della Lazio, per gentilie concessione di una difesa misteriosamente schiacciata nella propria area lasciando tre (dico 3) avversari liberissimi di tirare da fuori area.

Montoya girava svagatamente per la fascia destra e quando gli davano palla lui la appoggiava all’indietro come unica soluzione da joystick rotto di un giocatore tornato oltre l’anonimo. La squadra di Pioli invece giocava bene e francamente non si capisce come le peggiori Lazio, quelle più in crisi nella storia, contro l’Inter tornino a giocare un calcio convincente e determinato. Mistero. Il secondo tempo è, come immaginabile, nevrotico, spasmodico. Non si sblocca ma vedi una squadra volitiva. Entrano Brozovic e Ljajic e la luce resta accesa fino al gol dell’1-1. Ed ecco che fioccano raddoppi di marcatura, pressing dissennati, poi di nuovo errori banali fino al secondo regalo di natale per la Lazio. Un rigore dal nulla confezionato da Felipe Melo che salta sull’uomo con eccesso di foga.

Con la Lazio poi accadono sempre cose sportivamente tragiche. Handanovic infatti para ma Candreva si ritrova la palla sul piede e un'altra beffa è servita. Felipe Melo non si controlla più, entra scompostamente ma involontariamente su Biglia e pur volendo colpire il pallone lo cicca finendo con trovare la sua gamba sulla testa dell’avversario. Salvo il primo (solo quello) di Telles, la partita di Miranda e Murillo e la volontà di Icardi. Il resto della squadra, compreso Handanovic, ha sbagliato soprattutto nei giorni prima della partita. Perché questa è una sconfitta che costerà carissima.

Ho spesso scritto che l’Inter non ha i mezzi di altre squadre per vincere lo scudetto. Non significa che non abbia l’ambizione e la legittima a speranza di poter affrontare questa piacevole responsabilità. Il problema è l’illusione che si fa strada nell’animo e contagia tutti e facendo immaginare che i giocatori siano consapevoli dei loro limiti. Poi lì vedi entrare in campo e capisci che quasi tutti non hanno la mentalità per vincere lo scudetto, per la Champions forse. Lo scrivevo la settimana scorsa, rimproverato da un paio di tifosi che avrebbero gradito più “ottimismo”. 

E’ proprio quello che non manca nell’ambiente nerazzurro di oggi. Io invece parlo di quella fame che ti permette di vincere partite già prima che queste si disputino. Ho chiesto e supplico da anni che l’Inter si permei di quella forma mentis vorace, ingorda, al posto di questa così naif.  Non si costruisce in pochi mesi, è scontato. Rispondo prima che alcuni di voi me lo rimproverino: non parlo male di Mancini nonostante questa sconfitta sia naturalmente sia anche sua. La sua presenza è determinante e lo ritengo l’uomo giusto. Ultimamente di allenatori improvvisamente ridimensionati, compreso Mourinho, ne vedo troppi. Questo è un anno pericoloso e questa sconfitta è gravissima proprio perché non ci si accorge che, oltre alla Juventus, anche Napoli, Fiorentina e Roma sono ad un passo e Mancini potrebbe arrivare quarto o quinto pur disputando una stagione ad alti livelli. Il Natale è parzialmente rovinato, ringrazio soprattutto i giocatori. Grazie. Buon Natale anche a voi…

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
vedi letture
Print