Male male male. Dopo le polemiche degli ultimi giorni l’Inter risponde sul campo nel modo peggiore, facendosi surclassare da una splendida Sampdoria e dicendo così addio alla speranza, salvo miracoli d’Aprile, di raggiungere la finale di Coppa Italia. Stavolta, è giusto sottolinearlo, Mourinho ha le sue responsabilità, per aver presentato in campo una formazione scriteriata, sia dal punto di vista della scelta degli uomini, sia da quello prettamente tattico. Chiaro, alla vigilia di due appuntamenti fondamentale la ragion di stato impone di concedere un po’ di riposo a coloro che hanno giocato e speso di più negli ultimi tempi. Ma sperimentare soluzioni strategiche durante una semifinale di Coppa Italia, significa rischiare di gettare al vento quanto di buono fatto finora per agguantarla. Forse la Sampdoria teneva di più al trofeo?

Difficile darsi una spiegazione logica di una debacle di tale portata, anche se qualche giocatore di certo non si è guadagnato le simpatie del proprio allenatore con la prestazione di Marassi e, probabilmente, dovrà aspettare del tempo prima di avere un’altra occasione. Anche la scelta tattica di presentarsi con un inedito 3-4-3 lascia perplessi. Considerata l’assenza di elementi fondamentali nell’economia della squadra (vedi Ibrahimovic, Cambiasso e Julio Cesar), forse sarebbe stato meglio insistere con il collaudato 4-3-1-2, invece di fare esperimenti a certi livelli. In campo si è visto un undici incapace di creare alcun pericolo a Castellazzi per almeno un’ora, nonché a dir poco balbettante in difesa, dove ha concesso più di quanto le leggi dello Stato italiano dovrebbero consentire. Rivas, Cordoba e Materazzi si sono lasciati infilare con una semplicità disarmante da Cassano e Pazzini in formato monstre. Si spiega così un primo tempo inconcepibile. E non è un caso se, nella ripresa, con l’inserimento di Maicon e il ritorno alla difesa a 4, la squadra ne abbia giovato, almeno nella propria trequarti. In attacco, invece, perdurando la presenza contemporanea di tre attaccanti, non è stato prodotto alcunché di positivo, almeno fino all’ingresso di Crespo che ha dato più vivacità al reparto.

Una gara interpretata malissimo dall’Inter e da Mourinho, nel complesso. Inutile che il tecnico se la prenda con i suoi giocatori per i gol rimediati nel primo tempo. Anche lui avrebbe dovuto dimostrare un atteggiamento più conservatore, dando fiducia al modulo che più lo ha gratificato fino a questo punto della stagione. Così non è stato e le critiche, stavolta, sono meritate, per lui e la squadra. Ma l’aspetto che dovrebbe preoccupare maggiormente i tifosi (al di là di una Coppa Italia che ormai è pressoché conclusa) è l’atteggiamento dei giocatori, che continuano a regalare primi tempi all’avversario. È successo a Bergamo (e in quel caso finì come contro la Samp), contro il Manchester United e contro la Roma. Adesso il calendario propone due partite crocevia per la stagione nerazzurra: la trasferta di Genova (rossoblù) e l’Old Trafford. Concedere 45 minuti all’avversario non sempre dà la possibilità di raddrizzare la situazione. Lo si è visto contro la Sampdoria, rischia tremendamente di succedee anche contro Genoa e Red Devils. Con conseguenze nefaste sul prosieguo della stagione nerazzurra. È il momento di darsi una mossa.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 marzo 2009 alle 10:25
Autore: Fabio Costantino
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