La strada del futuro è intrapresa. Lo abbiamo sottolineato più volte, forse non abbastanza. Eppure, quella che volge al termine è stata una settimana importante per l'Inter dell'oggi e del domani. Ha dato l'addio Ernesto Paolillo, un signore vero che da quando messo piede in società ha solo alzato trofei a tutti i livelli, dalla prima squadra alle giovanili. Con un lavoro importantissimo suddiviso tra il seguito alla Primavera, i compiti di Lega e tanto altro. Amministratore delegato e direttore generale, non semplice. Il suo ciclo è finito, ha ringraziato e lo ringrazia anche l'Inter. Adesso è tempo di una nuova era, in dirigenza è arrivato - con il ruolo proprio di d.g. - Marco Fassone. Una figura importante, di esperienza, che ha impostato il progetto Juventus Stadium nel suo passato a Torino e contribuito a rivalorizzare il marchio del Napoli nell'avventura partenopea. Massimo Moratti ha scelto lui in un'ottica ben precisa.
Fassone si occuperà di lavorare a tutto quello che riguarda il brand Inter. Un marchio in forte ascesa specialmente su mercati stranieri, dalla Cina fino all'Indonesia ma non solo. Il nuovo direttore generale nerazzurro è esperto di quei mondi, agirà perché l'Inter possa accedere tra le 10 società con il marchio più venduto a livello internazionale. Una svolta, perché ormai il futuro va impostato a livello di merchandising e di promozione del marchio, sognando uno stadio nuovo. Per adesso una chiacchierata con la potente azienza cinese China Railway Construction Corporation, nulla di concreto, non esiste ancora alcun progetto. Ma un domani chissà, qualsiasi cosa parte proprio da una chiacchierata, come quella di Moratti a Pechino lo scorso 22 maggio. Con in mente già Fassone a orchestrare quest'opera di espansione del brand su nuovi mercati: che il marchio dello Schalke 04 sia più ricco di quello dell'Inter, insomma, non fa piacere (e tutto grazie allo sponsor e al lavoro di marketing, si vedano in quest'ottica i risultati portati dall'affare Raul). La rivoluzione sta iniziando a piccoli passi.
Rivoluzione, un termine che spesso in questi mesi abbiamo applicato al mercato. Effettivamente, l'Inter sta lavorando su tanti tavoli e con un tempismo che da tempo non vedevamo. Subito attivi, è arrivato Palacio. In dirigenza si sta parlando molto di mercato e c'è un filo diretto con Andrea Stramaccioni. Lo possiamo rivelare: nell'ultimo summit in sede si è parlato soprattutto di mercato, il triennale da firmare era una formalità da tempo. Per questo c'erano Branca e Ausilio con il tecnico, che si è lasciato andare in un 'siamo molto carichi'. Proprio perché esistono più strategie e un tesoretto, ricavato soprattutto fino a ora dai risparmi degli ingaggi (anche da quello di Strama). In quest'ottica, risparmiare più di 6 milioni netti da Lucio, altri dal possibile partente Forlan, altri ancora da Chivu che anche se dovesse rinnovare lo farebbe alla metà di quanto percepisce attualmente. E anche da Pandev: uno che è arrivato a parametro zero, ha vinto una Champions da titolare, si è clamorosamente svalutato nell'anno di Benitez-Leonardo, è stato prestato al Napoli e ora fa risparmiare 7 milioni di ingaggio netti e ne fa incassare 8 cash se l'operazione verrà confermata nei prossimi giorni. Anche dalle comproprietà, come Kucka o Viviano, entrerà denaro fresco oppure comunque pedine considerevoli per scambi importanti.
Il tesoretto esiste, dunque, così come un piano di mercato preciso. E verrà investito in più ruoli. Per la difesa si stanno ultimando i dettagli per portare Andreolli nuovamente a Milano, Lucio ha le valigie pronte, per Juan Jesus prestito possibile ma momentaneamente bloccato per tenerlo sereno in Seleçao e potrebbe non essere tutto per quanto riguarda il discorso centrali (piace Silvestre, ma non è l'unico). Almeno un terzino è in lista d'arrivo, dipenderà anche da Maicon: settimana prossima nuovo contatto con Calenda, si va verso il rinnovo o la separazione. Capitolo mediana: il profilo individuato è quello di un interditore più di un regista, per cui accantonata l'idea Paulinho (gli agenti lo stanno proponendo ora anche in Spagna e in Francia) e messo in soffitta il nome di Nuri Sahin, visto che il Real fa il prezioso nonostante le sole 4 (!) presenze del turco in stagione. Ancora in bilico Verratti, per cui si è scatenata un'asta e l'Inter si è mossa sul serio, ma arriverebbe - nel caso - comunque solo per il prossimo anno. Occhio quindi ai picchiatori, dai nomi low cost come Mudingayi fino alle piste più importanti come Nigel De Jong, Fernando o Lassana Diarra (mandato di vendita a Vigorelli, agente molto vicino a casa Inter). Il nome giusto lo determineranno il costo e dunque - come sempre - l'evolvere del mercato.
L'attacco è da completare, oltre a Palacio: Lavezzi vede la Tour Eiffel sempre più vicina, Gaston Ramirez costa tanto, prendere Lucas vuol dire affrontare una guerra quasi persa in partenza, viste le folli richieste del Sao Paulo. Eppure, l'Inter ha tanti altri nomi sul taccuino e non molla su questi ultimi due fronti. Per Ramirez, attenzione perché possono entrare in gioco le contropartite. Ma non escludiamo sorprese, anche perché c'è sempre un Mattia Destro in ballo a prescindere dall'ala che c'è nel mirino. E l'Inter non ha ancora mollato, forte degli ottimi rapporti con Preziosi. In chiusura, su Wesley Sneijder: nessuna offerta ufficiale da Manchester, l'Inter quando sente dei 36 milioni dai tabloid non fa altro che sorridere. Saranno giorni importanti, i prossimi, su questi fronti e su quelli delle comproprietà. Aspettiamoci movimenti, tanti e anche qualcuno sorprendente. Aspettiamoci garanzie invece dal mercato dei giovani: bloccati il centrocampista Agostinho Cà (verso il prestito annuale al Novara) e il difensore Edgar Ié dallo Sporting Lisbona, quest'ultimo un parametro zero di cui sentiremo parlare.
Ma il vero talento è in fase di arrivo, un talento purissimo. Un gioiello già fatto, da svezzare con attenzione perché ha i colpi del fenomeno vero. Parlo di Valentino Lazaro, classe 1996 che il Milan voleva già lo scorso anno ed è attualmente nel mirino di Bayern Monaco, Chelsea e non solo. Pura qualità, numeri da fuoriclasse, gioca nel Salisburgo già aggregato frequentemente alla prima squadra (a 16 anni!) e già testimonial della Red Bull. Una pepita che fa impazzire l'Austria, treccine alla Ronaldinho, visione di gioco in stile primo Seedorf e numeri straordinari. Se raffinato caratterialmente e nell'intelligenza di gioco, l'Inter avrebbe preso (i giornali danno tutto per fatto, finora le firme risultano vicine ma ancora non ci sono) un campione del futuro. Uno che a 16 anni sarebbe già pronto per la Primavera, assolutamente. Un'altra svolta possibile, sperando non ci siano sorprese negative. Ad maiora, sempre.
Twitter: @FabRomano21
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