"Guarderò la partita in tv e tiferò per la mia vecchia squadra: l’Inter". Non ha il minimo dubbio Karl-Heinz Rummenigge, a.d. del Bayern, quando a domanda diretta della Gazzetta dello Sport conferma la sua passione nerazzurra. "Ogni tanto sento il presidente Pellegrini, con grande piacere, ma ho conosciuto anche Zhang. Mi ha fatto una buona impressione, è educato, simpatico, ha voglia di imparare, capire, e non di far vedere che sa già tutto - si legge -. L’Inter è in buone mani, ma lo è anche il Milan. È importante che Milano torni in alto. Le due squadre hanno immagine mondiale e potere economico. Fa bene a tutto il calcio italiano la loro rinascita".

Però stasera l’Inter rischia a Francoforte. Quanto è pericoloso l’Eintracht?
"È molto forte in attacco, con Jovic e Haller. Sta andando bene da due anni. In difesa però lascia qualcosa. Con noi hanno faticato, hanno perso 5-0 e 3-0, in Supercoppa e in Bundesliga".

Quali sono gli errori da evitare?
"Sarà importante fare risultato a Francoforte, con gol. Non perdere, perché loro sono bravi anche in trasferta. E poi l’Eintracht ha un altro vantaggio".

Quale?
"Il pubblico. Molto caldo, spinge: soprattutto in Europa League sono arrivati risultati a sorpresa".

Ha sentito del caso Icardi? Da dirigente, sta sempre dalla parte della società?
"Ho seguito. È una decisione molto delicata, difficile. Ma adesso c’è Marotta, sa come affrontare la situazione. Icardi deve capire che gioca per una grande società, che significa avere responsabilità verso club, tifosi, compagni. Mi auguro che ora trovino una soluzione, un accordo anche per il futuro. Ho capito che c’è di mezzo la signora, ma è importante e giusto chiarire il più presto possibile perché altrimenti squadra e allenatore pagano un prezzo troppo caro. Anche il giocatore, tutti ci rimettono. Il caso è già abbastanza bollente, va gestito. Marotta lo sta facendo".

Il suo amico Carlo Ancelotti, se ancora lo è, non è sprofondato come molti pronosticavano a Napoli, però è secondo a 16 punti dalla Juve. Se lo aspettava?
"Quando ho dovuto annunciargli l’esonero, lui mi ha risposto: “Non sei più il mio boss, ma rimani mio amico”. Ogni tanto ci sentiamo; sono contento che stia facendo una stagione abbastanza buona con il Napoli, il secondo posto è quello che può raggiungere. La Juve gioca un campionato a sé. In Italia è come da noi, esclusa questa stagione; troppa differenza. Ma il calcio deve essere emozionante, non noioso. Non è un’accusa alla Juve, ma una motivazione per le altre per fare meglio".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 07 marzo 2019 alle 08:54 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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