Lukas Podolski si confessa: raggiunto dal giornalista della popolare rivista Kicker, Frank Lussem, l’attaccante arrivato a gennaio dall’Inter racconta le sue impressioni dopo un mese dal suo arrivo in Italia dall’Arsenal. Un avvio piuttosto difficile, quello dell’ex Gunner, che però non perde la fiducia e anzi sente di dare garanzie circa il contributo che può dare alla causa nerazzurra. Dopo la corposa anticipazione di oggi, FcInterNews.it vi propone qui l’intervista completa:

Podolski e l’impatto con Milano:
“Mi sono ambientato molto bene qui. Naturalmente c’è abbastanza differenza rispetto a Londra, ma non ho avuto nessuna difficoltà. Naturalmente, sarebbe più bello se riuscissimo ad ottenere risultati. Ci resta l’ Europa League ma soprattutto il campionato. Abbiamo bisogno di ottenere i punti che ci servono nelle partite rimanenti. Ci sono abbastanza partite per farcela; sarà difficile, ma è un'esperienza emozionante”.

Sulle differenze tra il calcio italiano e inglese:
“Il calcio inglese ha più potenza e dinamismo, è molto più aperto. La Premier League è la numero uno a livello mondiale. Il calcio italiano è basato maggiormente su tattica e risultati. Le partite sono sempre dure, molto chiuse, gli avversari sono difficili da superare. Ti concedono davvero pochi spazi”.

Sulle critiche ricevute:
“Niente mi è stato regalato nella vita. Quello che ho ottenuto, me lo sono guadagnato per conto mio e grazie all’aiuto di allenatori e colleghi. Ciononostante, anche a quasi 30 anni ringrazio tutti per i consigli ricevuti, soprattutto quando si tratta di eroi della mia infanzia. Però io sono ancora quel Lukas Podolski che sta vivendo il suo sogno e non me lo lascio sfuggire. I critici però hanno sparato troppo velocemente, lo dimostra il fatto che sono stato dipinto come un perdente perché non sono stato inserito nella lista per l’Europa League. In realtà, la mia esclusione era già oggetto delle trattative per il passaggio all’Inter e mi è stata comunicata immediatamente”.

Sul futuro:
“Per come stanno le cose oggi, in estate tornerò a Londra. A marzo o aprile comunque saranno sicuramente intavolati dei discorsi, visto che a maggio la stagione si chiuderà. A Londra ho vissuto davvero ottimi momenti, anche nonostante gli ultimi sei mesi non siano stati particolarmente felici per me sul piano sportivo. Ma il fatto è che io non ho mai avuto alcun tipo di problema col club, con Arsene Wenger,  e nemmeno coi tifosi. Anzi, per me fino a quel momento sono stati due anni e mezzo molto belli, sul piano sportivo come in privato. Sono comunque orgoglioso di aver interrotto con le mie reti il digiuno di titoli dell’Arsenal con la conquista della FA Cup e di avere vinto questo titolo da tedesco in Inghilterra”.

Sulla sua situazione:
“Non sono il tipo che dice di sé che fa o ha fatto sempre tutto giusto. Ciò non cambia il fatto che voglio giocare. Lo faccio da quando avevo cinque anni, e lo voglio fare ancora per molto tempo. Sono uno rilassato di natura, e so che le critiche arrivano sempre. Soprattutto quando si ha uno status come il mio; giustificate o no che siano, fanno parte di questo mondo. Ma non mi preoccupano. La cosa più importante è riflettere su cosa sia giusto o meno”.

Sullo stato di forma:
“Dovrebbe ormai essere chiaro a chiunque ne sappia qualcosa che non sono mai riuscito ad essere al top della forma. Per questo, le mie prestazioni sin qui possono anche essere definite ok. Certo, avrei voluto segnare almeno un paio di reti. Bisogna comunque capire le cose che non vanno e cercare di migliorarle. E’ importante rimanere concentrati per trovare il ritmo. Mi rendo conto di essere vicino alla mia condizione ottimale. So cosa posso fare e so che posso aiutare qualunque squadra se sono al massimo della forma”. 

Sezione: Copertina / Data: Lun 16 febbraio 2015 alle 21:08
Autore: Christian Liotta
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