"Sicuramente non sono soddisfatto per i risultati ed è un peccato che abbiamo già perso 5 punti nelle prime 3 partite, ma siamo sulla strada giusta. Nell’ultima partita ho visto una buona Inter e dobbiamo continuare così". Queste le parole di Stefan De Vrij, intervistato dal Corriere dello Sport. Ecco qualche stralcio della lunga chiacchierata tra il quotidiano romano e il centrale olandese. 

Qual è l’obiettivo stagionale? 
"Finire tra le prime 4 e confermarsi in Champions". 

Tanti considerano l’Inter l’anti-Juve. È d’accordo? 
"Ho imparato a non farmi condizionare e a concentrarmi solo sul campo. Meglio pensare partita dopo partita sennò essere l’anti-Juventus diventa un’ossessione". 

Quando ha letto che i bianconeri volevano comprare Cristiano Ronaldo ci ha creduto oppure pensava fosse impossibile? 
"Lo confesso, all’inizio non credevo venisse in Italia, ma quando hanno continuato a dirlo, allora… Per il calcio italiano il suo sbarco in Serie A è stato positivo perché dà una bella spinta a tutto il movimento". 

Pensa già al primo confronto con lui? 
"L’ho sfidato con la Nazionale, in un’amichevole contro il Portogallo, prima del Mondiale del 2014. Finì 1-1 e lui segnò nel finale, ma su calcio d’angolo". 

Qual è l’attaccante più forte che ha affrontato in carriera? 
"Mbappé". 

Cosa pensava di Spalletti quando lo affrontava nei derby di Roma? 
"Che era bravo tatticamente. Il mio amico Strootman mi aveva parlato bene di lui. E ora posso dire che è un tecnico molto positivo e chiaro: sa cosa vuole e come ottenerlo sul campo". 

Che parole ha usato Spalletti per convincerla a venire all’Inter? 
"Quando ho parlato con lui e con la società ho capito subito quanto fortemente mi volessero. Per me è stato decisivo sentirmi così importante". 

Spalletti di lei dice: "De Vrij ha la capacità di rendere il pallone giocabile dal primo palleggio. Questo può fare la differenza". Un bel complimento, non crede?
"Sì, molto bello. In Italia ho imparato a marcare l’uomo, ma resto sempre un difensore olandese e quando giocavo in patria veniva curata soprattutto la tecnica e la fase di costruzione della manovra. Per questo ho imparato a impostare da dietro".

A proposito di caratteristiche, ci dica quello che l’ha colpita di più dei suoi nuovi compagni Skriniar, Miranda e Ranocchia.
"Skriniar è fortissimo nei contrasti, idem Miranda che è un maestro nell’andare in anticipo; Ranocchia tatticamente è davvero bravo e come persona mi piace tanto: quando sono arrivato non mi ha visto come un concorrente, ma mi ha aiutato a capire tatticamente quello che vuole l’allenatore".

Cosa le ha detto Sneijder dell’Inter prima che decidesse di firmare per il club nerazzurro?
"Avevamo parlato dell’Inter già lo scorso anno perché le voci su un mio trasferimento a Milano giravano da tempo. Così un giorno in Nazionale gli ho chiesto un parere e lui mi ha parlato molto bene dell’Inter come club. Mi disse inoltre che a Milano si vive bene, che lui si era trovato bene. Wesley ha legato all’Inter i momenti più belli della sua carriera. Diciamo che… mi ha convinto. Gliel’ho detto anche la scorsa settimana, quando ci siamo trovati in Nazionale per il suo addio".

Prima di venire all’Inter, parlando a un quotidiano olandese a fine maggio, a proposito di Lazio-Inter 2-3 disse: "Tutti quelli che mi conoscono sanno che tipo di persona sono e che ho dato tutto anche in quella sfida. Non so se in Italia ci credono…".
"E’ così. Alla Lazio mi conoscevano e se loro mi hanno fatto giocare, vuol dire che si fidavano di me. Nessuno di loro mi ha detto niente per l’errore che ho fatto e che ha portato al rigore su Icardi. Un errore nel calcio purtroppo si può fare, soprattutto in quella situazione visto che nel secondo tempo abbiamo giocato molto vicini alla nostra porta e con di fronte un certo Icardi… Non era facile quella partita: volevo tanto far bene per confermare il mio valore nell’ultima gara con la Lazio, ma poi c’è stata quell’azione".

Quella del rigore incriminato…
"Stavo cercando di recuperare la palla che Eder aveva messo in area. Ho visto Icardi che non era in fuorigioco e che avrebbe concluso da due passi. Così ho provato a intercettare in scivolata e sono arrivato a tanto così dal prenderla. Se avessi toccato il pallone tutti avrebbero parlato di un grande intervento e invece…".

Si consoli con il fatto che da quell’intervento da rigore gli interisti hanno iniziato ad amarla.
"Qualche tifoso me lo ha detto, ma io quella sera ho dato il massimo per la Lazio, come un vero professionista. Pensate che se avessi voluto favorire l’Inter avrei aspettato l’ultima giornata? A tre partite dalla fine ho segnato e la penultima ho salvato un gol sulla linea a Crotone…".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 13 settembre 2018 alle 09:05 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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