Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia dopo le elezioni del 25 settembre, ha parlato della norma sulla rateizzazione dei versamenti fiscali introdotta dalla legge di Bilancio del quale lui stesso è stato un fervente sponsor.

Qual è il suo giudizio sulla soluzione trovata?
"Siamo intervenuti per risolvere il problema e credo sia stata trovata una soluzione ragionevole grazie all’impegno di Forza Italia, del presidente Berlusconi e di tutto il governo che, con il premier Meloni, ha garantito a tutto lo sport italiano gli strumenti per poter contrastare una crisi dovuta all’emergenza Covid e aggravata dal caro bollette. Gli esecutivi precedenti, quello Conte e Draghi, avevano dato risorse minime allo sport italiano mentre, al contrario, il mondo del cinema ha ricevuto a sostegno un miliardo a fondo perduto. E credo che la chiusura di un cinema non arrechi più danni della chiusura di uno stadio, di un palazzetto o di una piscina anche per i riflessi sociali ed economici che ne determina".

Perché?
"Perché la chiusura di un’attività sportiva è un danno per l’intera collettività, visto che lo sport ha un valore sociale e di tutela della salute".

Però, lo rivela lo stato d’animo di molte persone, una cosa è la Serie A, che potrebbe anche comprare un giocatore di meno, un’altra la piscina che chiude...
"La sospensione riguardava tutte le società sportive. E poi diciamoci la verità: la Serie A non può essere considerata la mucca da mungere. Rappresenta oltre il 70% delle entrate fiscali del settore sportivo".

Però è lei che ha sempre parlato di gestione oculata e ha sempre sottolineato come la Lazio abbia sempre scelto questa linea. E lei stesso in Senato ha posto il tema: queste misure devono servire veramente, non è che ci troviamo fra qualche mese al punto di partenza?
"Il calcio si è già mosso e sono previste norme che devono accompagnare le società verso l’autoconsistenza. Abbiamo delle regole e devono essere rispettate. E poi serve una ristrutturazione del sistema".

Presidente, quale può essere la richiesta numero uno del mondo del calcio allo Stato?
"Gli stadi. Siamo il Paese della burocratizzazione. Perché non pensare a un sistema commissariale centrale che prescinda da interessi particolari e corporativi del territorio?".

Lei sta per compiere 20 anni di calcio ad alto livello. Era meglio allora od oggi questo mondo?
"Certe volte, lo dico anche al mondo della comunicazione, bisogna cambiare approccio. Questo mondo ha diversi problemi, per carità, ma ci sono anche tante cose buone di cui spesso non parla nessuno".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 04 gennaio 2023 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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