Nel day after delle indiscrezioni sulla vendita dell’Inter, dopo la smentita ufficiale secca del club con tanto di comunicato, la Gazzetta dello Sport prova chiarire una volta ancora la situazione societaria in casa Inter. Stando alla rosea, quel che è sicuro è che c'è un costante bisogno di soldi, tanto più nella prospettiva di dover rimandare il ritorno in Champions. L’attuale socio di maggioranza, insediatosi al 70% con un aumento di capitale da 75 milioni, ha poi rifinanziato il debito dando in pegno gli asset nerazzurri alle banche, è andato avanti a suon di prestiti fruttiferi e ha sperato in un turnaround (risanamento societario) che sta ritardando nonostante gli sforzi tesi a trasformare l’Inter in un’azienda sul modello inglese. Stando così le cose, adesso il club nerazzurro presenta una gestione economica squilibrata, gravata da maggiori debiti, con pochi soldi in cassa, tanto che i pagamenti ai fornitori ritardano, mentre Thohir non è in grado di supportare il club illimitatamente perché le sue disponibilità non glielo consentono e perché lui non ha mai preteso di fare il mecenate.
Dal canto suo, il tycoon indonesiano ha promesso: "Se a giugno ci sarà bisogno di mettere denaro, lo metterò. Nulla di nuovo. So che al momento attuale io e Moratti siamo partner, se subentra un altro investitore ci sarà una formula che cambierà. La maggioranza resterà a me, potrebbero esserci due azionisti di minoranza. Se Moratti vorrà cedere le sue quote a qualcuno, avrà tutto il diritto di farlo, però non vedo perché. Abbiamo rapporti buoni, io non voglio acquistare le sue quote per escluderlo". 

DOMANDE LECITE - Thohir nega di voler vendere - evidenzia la Gazzetta - ma ammette che un socio di minoranza potrebbe fare comodo. Le domande, a questo punto, sono due: 1) È davvero speranzoso di trovare un investitore che condivida con lui il rischio d’impresa senza contare nulla, in una società bisognosa di liquidità e che non stacca dividendi? 2) Se anche restasse all’Inter, Thohir ha ben chiara la cura che serve, visto che il piano di incremento dei ricavi sta rallentando, per non dire fallendo?
La storia e il marchio Inter sono da élite europea, ma il presente no, sia sul campo sia nei conti. Senza dimenticare le legittime aspettative di Thohir, dopo aver speso 75 milioni a fondo perduto e 108 in prestiti che a questo punto paiono complicati da riscuotere. 
In ultimo ci sono le questioni contabili, con il fair play finanziario costante fonte di preoccupazione. Quest’anno l’Inter si è impegnata con l’Uefa a limitare le perdite entro i 30 milioni, altrimenti scatta la multa di 14 milioni. Dopo il -140 del 2014-15, l’attuale stagione dovrebbe chiudersi con un rosso superiore ai 50 milioni: il rispetto dei parametri è a rischio. 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 26 febbraio 2016 alle 08:15
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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