"Antonio Conte non ha bisogno di lezioni da nessuno. Detto ciò, sono rimasto sorpreso, per usare un eufemismo, dalle sue dichiarazioni autoassolventi dopo l’eliminazione in Coppa Italia a Napoli". È questo il pensiero di Dan Peterson, che dice la sua sull'allenatore dell'Inter sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

"Certo, le sue parole sono aperte a molte interpretazioni. Ma l’impressione che rimane è questa: non è colpa sua, non si può chiedergli di vincere sempre. Scusatemi se sto parafrasando - sottolinea Peterson -. Ora, sulla scia della partita, dell’eliminazione e delle sue parole, c’è un bombardamento a tappeto sui social, sulla stampa, su Internet, in televisione. Nei talk show calcistici non esiste altro tema. Chiaro, gli anti-interisti si divertono a prendere in giro lui e l’Inter con ironia. Ma la cosa impressionante è sentire gli ospiti pro-Inter. Sono loro i più inferociti. Gli rinfacciano 11 milioni di stipendio e due eliminazioni in due manifestazioni a fronte di 200 milioni di acquisti, agitandogli davanti lo spettro degli “Zero tituli”, come diceva Mourinho. Insomma, Titanic 2020. Per me, Antonio Conte poteva benissimo evitare tutto ciò. Non pretendo di saperne più di lui, ma avrei usato un approccio diverso dopo una sconfitta del genere. Mi sarei detto: «Caro Peterson, qui ti pagano lo stipendio. Ma non per stilare il quintetto base, chiamare lo schema “L” o ordinare la 1-3-1 con Mike D’Antoni in punta. Ti pagano per prendere le frecce nel tuo petto quando le cose non vanno bene». Con questo in mente, dopo sconfitte terribili (e ne so più di Conte su questo tema!) dicevo ai mass media: «Prendetevela con me! Qui a fine cena qualcuno deve pagare il conto. Chi ha sbagliato sono stato io. Nessun altro». Disarmi i critici che penseranno «Maledetto Peterson! Volevamo dire che era colpa sua. Ci ha battuto sul tempo»".

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 17 giugno 2020 alle 11:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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