"Io credo che nella mente di Roberto ci fosse l’idea di partecipare al Mondiale e poi cambiare. È la sua natura quella di cercare nuove sfide senza paura. Dopo questa sconfitta, però, non si è fatto prendere dall’impulso, come quando, per esempio, disse pubblicamente che avrebbe lasciato l’Inter dopo il ko con il Liverpool in Champions ed è un bene. Oltre tredici anni dopo è maturato e la sua scelta sarà ponderata e lucida. Ragionerà sul perché di questa eliminazione e sul rapporto con il suo gruppo: si sono dati tutto o si può andare avanti?". È l'analisi che Lele Adani offre a La Gazzetta dello Sport dopo l'addio dell'Italia al Mondiale in Qatar.

Dovesse lasciare, quale sarebbe il bilancio di Mancini?
"Roberto ha piantato un seme nel deserto, regalandoci una soddisfazione incredibile con la vittoria dell’Europeo in anni aridi per il calcio italiano. E poi non dimentichiamo che prima della sconfitta con la Macedonia del Nord, gli azzurri avevano perso una sola partita su 42, in Nations League con la Spagna e avevano stabilito il record di risultati utili consecutivi, 37. Prima di Mancini, il calcio andava avanti e noi eravamo rimasti indietro. Grazie a lui ci siamo riallineati. Per questo, al di là della sua permanenza o meno, mi auguro si continui con l’idea che ha innestato non solo nella Nazionale maggiore, ma anche nelle giovanili. Un’idea che è fatta dalla ricerca del dominio del gioco".

Come si riparte ora?
"Con Mancini o mantenendo l’eredità di Mancini. In questo deve essere brava anche la Federazione, sia nelle scelte che nella comunicazione ai tifosi: tornare indietro sarebbe un clamoroso autogol".

Si parla di un ticket Lippi direttore tecnico e Cannavaro c.t.
"Conosco Fabio e so che si sente pronto per allenare in Europa. Così come sarò sempre grato a Marcello per il 2006. Ma al di là dei nomi, mi interessa che, nel caso, non si disperda il lavoro del Mancio".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 26 marzo 2022 alle 10:08
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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