La Superlega europea è qualcosa di più di una semplice idea, almeno secondo ciò che si pensa negli Stati Uniti, nazione che diventerebbe fautrice della rivoluzione del calcio nel vecchio continente. Molto chiare le parole di Charlie Stillitano, manager di Relevent Sports, l'agenzia di marketing sportivo che cura l'organizzazione della International Champions League, ai microfoni dell'emittente radiofonica SiriusXM: "Penso che la riforma per la nascita della European Superleague sia possibile, in Europa ormai ne stanno parlando praticamente tutti. Anche solo di un cambio del format delle competizioni europee d'elite". 

Si pone però l'esempio del Leicester City, primo in Premier League nonostante le notevoli differenze sul piano economico con colossi come il Manchester United. Stillitano espone però argomentazioni ben precise: "E' una fantastica storia, indubbiamente; ma pensiamo al movimento di soldi generato dal calcio. Chi lo ha creato maggiormente, il Manchester United o il Leicester? La favola del Leicester va vista anche con gli occhi del Manchester United; ciò può sembrare spettacolare a meno che tu non sia tifoso del Liverpool, dello United, o del Chelsea. Chiaro, non c'è il diritto naturale di partecipare ogni anno alle grandi competizioni europee. Però è sempre il solito discorso delle differenze tra il sistema europeo e quello statunitense delle franchigie. Il meccanismo di promozioni e retrocessioni ha elementi indubbiamente fantastici, ma ci sono anche ottimi argomenti per un sistema chiuso. Perché poi, quando la gente vede le squadre che partecipano alla nostra International Champions Cup scuote la testa e dice: 'Ma è la Champions, questa?'. No, perché la Champions è il Psv Eindhoven o il Gent. Può sembrare una visione arrogante, ma è molto lontana dall'esserlo veramente, perché non era nei piani dei creatori della Champions vedere queste squadre negli ottavi". 

Sezione: News / Data: Ven 04 marzo 2016 alle 12:47
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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