Sergio Alberto Castillo, giornalista argentino direttore del programma 'Deportivo Futbol Show', esperto del calcio italiano e molto vicino alle vicende dei calciatori argentini che militano in Italia, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di napoletanosinasce.it.
Ci racconti com'è nato il mito Campagnaro?
"Per molta gente in Argentina, il caso di Hugo è un vero miracolo del calcio. Lui è nato in un paese piccolissimo della provincia di Cordoba (Coronel Baigorria, 1200 abitanti) ed ha iniziato a giocare seriamente quando aveva 16 anni. I ragazzini cominciano a giocare con serietà quando hanno 10-11 anni, ma Hugo ci ha provato lo stesso. Ha lasciato la sua mamma, la sua sorella, il suo fratello, i suoi amici, per provare fortuna in una squadra di Serie B (il Deportivo Moron). Dopo sei anni nel Moron, ha avuto la fortuna di essere notato dal Piacenza Calcio, che all’epoca giocava in Serie A. Ecco spiegato anche il motivo per il quale in Argentina non lo conoscono: non ha mai giocato nella massima serie argentina e quando lo hanno convocato per la Seleccion nessuno lo conosceva. La sua carriera è stata veramente spettacolare: da un paese di 1200 abitanti alla Grande città (Buenos Aires); dalla terza serie argentina alla Serie A italiana…dalla Serie A alla Nazionale…e adesso i Mondiali. Incredibile,veramente."
Come è nato l'appellativo Toro di Moron?
"I tifosi della Sampdoria, prima, e dopo quelli del Napoli, dicevano di lui che quando usciva palla al piede dalla difesa sembrava un toro che andava sempre avanti con una forza sopranaturale. Allora è nato quel “Toro”…e di Morón, perchè il Morón è stata l’unica squadra dove Hugo ha giocato, a livello professionista, in Argentina."
Ci può svelare qualche retroscena sul Campagnaro privato?
"Hugo è una persona che vive per il calcio e per la sua famiglia. Una persona di basso profilo, molto serio, responsabile, di poche parole. Lui parla sul campo, ogni volta che gioca. Quando non si allena, non esce mai dalla sua casa. Preferisce restare coi suoi due figli (Sofia, nata a Piacenza; Andrés, nato a Napoli). Gli piace molto la música – gli spagnoli Heroes del Silencio, l’italiano Luciano Ligabue-, suona la chitarra, il basso, anche il violino. È un amante della música, e gli piace guardare qualche bel programma in tivù: uno dei suoi favoriti è Doctor House."
Al Piacenza faceva l'attaccante, poi il suo ruolo è mutato nel tempo, ma in quale posizione preferisce giocare di più?
"In realtà lui non ha mai fatto l’attaccante. Quando fu preso dal Piacenza, nel 2002, lo avevano visto giocare da esterno destro. Ma in realtà è un ruolo dove lui non aveva giocato molto. Nel Moron ormai giocava da centrale destro nella difesa a tre. Andrea Agostinelli, allenatore del Piacenza quando la società decise di prenderlo, lo faceva giocare da esterno destro ma Hugo non si trovava a suo agio. Quando Agostinelli è stato esonerato, Luigi Cagni –il Baffo- mise il Campa nel suo ruolo naturale: la difesa. Hugo è uno specialista nella difesa a tre, dove può giocare da centrale destro oppure sinistro. Ma anche con la difesa a quattro si trova bene, giocando da primo o secondo centrale."
Alla Sampdoria divenne l'idolo della tifoseria, ci parli dei suoi anni alla Doria?
"Hugo arrivò alla Sampdoria dopo 5 stagioni nel Piacenza. Beppe Marotta lo prese per fargli fare la riserva a Stefano Lucchini, che veniva dall’Empoli. Lucchini era stato scelto da Mazzarri per essere il centrale destro. Ma i dirigente si fidavano più di Hugo, e gli fecero firmare un contratto di 4 anni. Dopo le prime panchine, Hugo divenne subito un titolare e idolo dei tifosi. Penso che un giorno dovrebbe tornare a giocare nella Samp; si è sentito benissimo a Genova e i tifosi lo amavano."
Ma c'è un legame vero con Mazzarri? O è solo legame professionale?
"Un legame professionale, come quello che ha avuto con tutti i suoi allenatori. "
Hugo Napoletano, ricorda i cori delle curve del San Paolo?
"Hugo ha dato tanto al Napoli e il Napoli ha dato tanto a lui. Un empatia straordinaria, quattro anni fantastici per Hugo che gli hanno permesso di compiere il suo sogno massimo: arrivare alla Nazionale Argentina. Hugo non dimenticherà mai le sue quattro stagioni nel Napoli, perchè è stata la squadra dove è riuscito a dare il massimo come calciatore, dove ha vinto una Coppa Italia, dove hanno guadagnato due volte la qualificazione in Champions. In tutta la carriera di Hugo, il Napoli è la squadra dove ha giocato più gare: questo la dice lunga. E ricorda tutto, l’amore del popolo napoletano verso i suoi beniamini non si dimentica mai."
Il Campagnaro napoletano, come si trovava nella nostra città? "
"Benissimo. Lui abitava a Villaggio Coppola, molto vicino al posto dove si allenava la squadra, a Castelvolturno. Una casa bellissima in un paese tranquillo, come piace al Campa. "
Il Napoli gli propose il rinnovo?
"Per quello che so, il Napoli non era molto interessato al rinnovo di Hugo. E quando lo hanno proposto, lo hanno fatto quando hanno saputo che il Campa ormai aveva deciso di andare via. Penso che il Napoli abbia ritenuto Hugo troppo “vecchio” e quindi hanno deciso di lasciarlo libero. Quando Hugo voleva il rinnovo –un contratto di due anni- la società non era interessata. Quando il Napoli gli ha offerto il rinnovo, ormai aveva già dato l’ok ad un’altra squadra. "
In giro si dice abbia accettato l'Inter perchè spinse lo stesso Mazzarri a farsi raggiungere. Quanto c'è di vero?
"Assolutamente falso. Hugo ha firmato con l’Inter nel mese di febbraio, quando l’allenatore era Andrea Stramaccioni. È stato lui a chiederlo, è stato lui a portarlo, insieme ai dirigenti Ausilio e Branca. Hugo non sapeva ne immaginava che poco tempo dopo Stramaccioni sarebbe stato esonerato e sarebbe arrivato Mazzarri. E ti dico di più, quando Mazzarri ha saputo che Hugo sarebbe andato all’Inter lo mise fuori squadra. Altra falsità è dire che Mazzarri ha portato Hugo al Napoli…Quelli che si informano bene sanno che quando il Napoli prese Hugo, il Direttore era Pier Paolo Marino e l’allenatore era Roberto Donadoni. Sono state queste due persone quelle che hanno portato Hugo al Napoli."
E' vero che in inverno ha avuto delle frizioni col tecnico che voleva impedirgli di raggiungere il Mondiale?
"Dire che un allenatore voglia impedire a un calciatore di giocare un Mondiale mi sembra molto esagerato. Non penso sia stato così, in realtà non vorrei nemmeno pensarlo. Tutto il mondo sa che che tra l’Inter e l’AFA e l’allenatore Alejandro Sabella ci sono state delle frizioni. L’Inter non voleva che Hugo rispondesse alla convocazione per giocare contro il Perù e contro l’Uruguay, perchè era infortunato (fascite alla pianta del piede). Ma essendo un infortunio di poco conto, l’AFA ha imposto a Campagnaro di farsi vedere dai medici della Nazionale per decidere se poteva giocare o no. Alla fine giocò la seconda partita. Da lì in poi le cose sono cambiate assolutamente. L’Inter dopo gli nega il permesso per giocare due amichevoli con la Nazionale negli Stati Uniti dicendo che era infortunato quando in realtà lui stava bene. La situazione cambia, purtroppo. Nelle 5 prime gare del campionato, Hugo era il miglior difensore della Serie A. Dopo quei “problemi” non è riuscito più a tornare al suo vero livello, quello che lo aveva portato ad essere scelto il miglior centrale destro della Serie A. Ma da lì a dire che l’allenatore voleva rovinargli il sogno di giocare un Mondiale, mi sembra troppo. Anche se chi conosce Mazzarri… Per fortuna, nel mondo del calcio si conoscono tutti. Hugo può guardare negli occhi a tutto il mondo…Non so se tutti possono dire lo stesso. Il tempo è galantuomo. Potresti chiedere ai dirigenti e ai tifosi del Piacenza, della Sampdoria e del Napoli chi è Hugo, e ti diranno..."
Il Mondiale è sempre stato il suo grande sogno, le sue emozioni?
"Penso che quello è il sogno di tutti i calciatori del Mondo. Essere convocato alla sua Nazionale, giocare, guadagnarsi la possibilità di giocare un Mondiale. Purtroppo i sapientoni del calcio argentino hanno scoperto troppo tardi il Campa. Per fortuna per Hugo, Luigi Liberti è stato l’osservatore che ha convinto a Sabella di dargli un’opportunità in Nazionale, e quella opportunità arriva quando Hugo ormai ne aveva 31 anni. Il Campa aveva perso assolutamente le speranze di giocare almeno una volta con la maglia albiceleste, ma quando ha visto che il sogno potrebbe essere possibile, ha dato il tutto per il tutto per non perderé quella possibilità. Per uno come lui, senza marketing, di basso profilo, uscito da un paese sconosciuto, che non aveva mai giocato in nostra massima serie e che solo poteva dire che aveva giocato in Serie B argentina, le convocazioni in nazionale erano il massimo. E per difendere quel sogno ha lottato fino all’ultimo. Purtroppo alcuni non lo hanno capito ma oggi si può dire che Hugo ha raggiunto quello che sempre aveva sognato: Difendere la maglia albiceleste in un Mondiale."
Il suo rapporto con Lavezzi, Fernandez e Higuain?
"Fede Fernandez è uno dei migliori amici di Hugo; sono diventati amici nel Napoli e quell’amicizia è diventata più forte anche nella nazionale. Sono da sempre compagni di stanza e il suo rapporto è straordinario. Anche col Pocho ha avuto un ottimo rapporto quando sono stati compagni nel Napoli. Con Higuaín sono compagni di Nazionale, il rapporto è molto buono, E ricordo sempre che prima di venire al Napoli, il Pipita aveva chiesto molto al Campa sulla piazza partenopea."
Resterà all'Inter o tornerà in Argentina?
"Questo non lo so, penso che questa è una domanda per i dirigenti dell’Inter oppure per l’agente di Hugo. Per quello che so, Hugo era una delle persone più felici del mondo quando aveva firmato con la società neroazzurra. Per lui è stato un traguardo molto importante nella sua carriera. Lui ha ancora un anno di contratto e ha tutta la voglia di rispettare il contratto e dare soddisfazione ai tifosi dell’Inter che in tantissimi gli scrivono chiedendogli di rimanere. Ma non conosco i piani della società, mi limito a vedere quello che dicono i giornali. Hugo ha voglia di restare, voglia di giocare e voglia di dimostrare che è un giocatore all’altezza dell’Inter, ma se la società oppure l’allenatore non pensano lo stesso, quello non lo so. Comunque sono tranquillo, Hugo è un giocatore che ha molto mercato. Il fatto che lui sia stato l'unico difensore dell'Inter ad essere stato convocato per giocare il Mondiale penso che parla per se stesso. Parla della sua qualità, della sua capacità."
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