"Più di cento giornalisti alla conferenza stampa di presentazione di Leonardo e quasi 3.000 tifosi capaci di bloccare la strada per Appiano Gentile fin da Guanzate. Il pubblico delle grandi occasioni, insomma, quello della ripresa dopo la conquista della Champions League per intenderci.
"Non cercavo un lavoro, cercavo un sogno – ha esordito Leo - e per me non c'era una sfida più grande dell'Inter!"
Che Leonardo Nascimento de Araújo sia uomo di intelligenza e di cultura straordinariamente elevata rispetto alla media del calcio è fuori di dubbio. Come non bastasse, sa sempre trovare le parole giuste: "Non ero sicuro di voler continuare in panchina - ha spiegato – ma nella chiamata dell'Inter ho trovato qualcosa che mi facesse alzare dal letto con entusiasmo!".
Moratti al suo fianco lo ha voluto proprio lui, ha raccontato il presidente, che l'ha pure chiamato Ronaldo, in un lapsus che ha provocato risate e abbracci.
Ho ricordato io a Leonardo che per qualcuno sarà sempre un traditore ma lui che dal suo punto di vista potrebbe invece definirsi tradito, ha segnato un altro gol: "Ho sempre cercato di essere libero e non voglio più essere il 'bravo ragazzo' per definizione – ha risposto – in ogni caso rispetto la libertà di giudizio degli altri!"
Oggi per Leo era un giorno di festa, ma da domani sarà solo con uno staff finalmente fornito dalla società: il vice Beppe Baresi, l'assistente tecnico Daniele Bernazzani, il preparatore atletico Stefano Rapetti, il preparatore dei portieri Alessandro Nista e il tattico Angelo Castellazzi, l'unico che Leo si è portato dal Milan.
Presto conteranno i risultati, ma per ora basterebbe che Leo riportasse l'entusiasmo smarrito con Benitez e, magari, riuscisse di qui a fine stagione a far dimenticare l'ecatombe di infortuni muscolari.
Moratti per tre volte si è preso la responsabilità davanti ad un silente Marco Branca della scelta Leonardo e ha promesso che non metterà pressione, perché la scelta va ben al di là della panchina. Continuo a pensare che nel futuro di Leo ci possa essere un futuro interista da alto dirigente, a meno che l'Inter non torni, come per magia, la squadra che sette mesi fa ha vinto tutto, concetto ribadito più volte proprio dal neotecnico che, ovviamente, crede alla rincorsa in campionato.
Rispetto a Rafa Benitez, che Mourinho ha dato l'impressione di viverlo come un'ossessione già dal giorno del suo arrivo, Leo è più furbo: all'investitura arrivata direttamente da Madrid e rimarcata da Jorge Mendes, procuratore dello Special One che con tempismo diabolico non ne ha escluso a priori il ritorno, ha risposto con parole da film: "Arrivare all'Inter senza passare da José è impossibile – ha confidato – lui qui è ovunque. Ci siamo confrontati su tanti argomenti, mi sono fidato per molte cose dei suoi pareri. Lo considero un fuoriclasse, perché dietro alle brillanti conferenze stampa c'è un lavoro tattico e sul campo incredibile". Quel 'lui è ovunque' mi ha suggestionato al punto che in quel momento Mourinho mi è apparso proprio dietro al tavolone a cui era seduto Leo. Ovviamente è una battuta: in realtà lui mi appare solo in sogno per consigliarmi su certe scelte.
E sul mercato? Al momento Leo ha stoppato Kakà e il buon senso dovrebbe suggerirci, al di là del fascino dell'operazione, una facile considerazione: se il brasiliano sta bene Mourinho di certo se lo tiene, mentre in caso contrario prenderlo all'Inter, anche in prestito, sarebbe una sciocchezza.
Benitez, nel suo ultimo sfogo ad Abu Dhabi, poi precipitosamente cancellato dal comunicato-retromarcia dei suoi avvocati, aveva chiesto quattro acquisti e Andrea Ranocchia l'avrebbe avuto pure lui.
Moratti allora si è lasciato andare ad una battutaccia: "Adesso che è andato via Benitez di giocatori ne compriamo cinque" ha scherzato. Ovviamente non è vero, perché a voler proprio esagerare, oltre a Ranocchia, entro il 31 gennaio l'Inter potrebbe fare altri due acquisti, tra cui il centrocampista offensivo cileno Alexis Alejandro Sanchez, attualmente in forza all'Udinese.
Quando si cambia allenatore in corsa c'è sempre il rischio di far peggio, soprattutto per una squadra che ha già firmato l'Albo d'Oro di questa stagione con due titoli, ma Leo più che all'appagamento crede nella serenità di chi ha vinto. L'augurio è che i calciatori non si trincerino dietro l'alibi del cambio dei metodi di lavoro e che si sentano davvero chiamati a dimostrarci sul campo le ragioni del mancato feeling con Benitez. Ricordatevi che in qualsiasi club a cambiare gli allenatori sono quasi sempre i calciatori, anche se poi tocca al presidente di turno il ruolo del killer. Esaurita la conferenza-stampa, Leo è corso a dirigere il suo primo allenamento davanti alla moltitudine di tifosi che affollava la tribuna di Appiano. Ha invitato lui stesso Moratti a raccogliere cori e applausi e capitan Zanetti a mostrare la Coppa del mondo per Clubs, quella dell'Amicizia per intenderci, con la quale poco prima mi ero fatto immortalare anch'io, come potete vedere nella foto qui sotto. Infine è stata anche presentata la nuova maglia dell'Inter con il patch dorato che celebra il Mondiale del Club sistemato al centro, al posto dello scudetto che è slittato a destra insieme alla coccarda della Coppa Italia. Troppi 'titoli' da indossare tutti insieme. che anno formidabile, ragazzi!".

Sezione: News / Data: Gio 30 dicembre 2010 alle 10:56 / Fonte: Gianluca Rossi per Gianlucarossi.it
Autore: Redazione FcInterNews
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